Curare i gay, il vescovo: “Courage non è una terapia”
Il portavoce precisa: “È un aiuto a vivere secondo quanto espresso dal catechismo della chiesa cattolica e dalla tradizione della Chiesa”
REGGIO EMILIA – Sulla scia di polemiche innescate dal fatto che a Reggio ha aperto da un anno Courage, un’associazione ultracattolica che cura i gay con metodi che, basta leggere il loro sito, sono utilizzati per gli alcolisti (quindi per persone malate e dunque una vera e propria terapia), interviene il portavoce del vescovo.
Scrive: “Il vescovo conosce la realtà di “Courage” da un anno perché alcuni uomini con orientamento verso persone dello stesso sesso si sono a lui rivolti per essere aiutati a vivere nella preghiera, nella meditazione della sacra scrittura e nella castità. “Courage” non intende essere una terapia riparativa e non chiede a nessuno di aderire a tali terapie. È un aiuto a vivere secondo quanto espresso dal catechismo della chiesa cattolica e dalla tradizione della Chiesa. Circa il servizio pubblicato da “L’Espresso”, addolora che libere persone che si trovano a pregare siano violate così pesantemente nella loro privacy di cittadini italiani”.