Le mani del clan sul gioco d’azzardo: arresti in zona ceramiche
La procura di Potenza ha scoperto tremila slot illegali, ognuna in grado di garantire 200mila euro l’anno, per ricavi di circa 593 milioni di euro
CASALGRANDE (Reggio Emilia) – Circa tremila slot illegali gestite dal clan, ognuna in grado di garantire 200mila euro l’anno, per ricavi di circa 593 milioni di euro. Sono questi i numeri svelati durante una conferenza stampa dalla Procura di Potenza relativi all’operazione “’Ndrangames” sulle operazioni illecite di alcuni clan calabresi e lucani che ha interessato anche la nostra provincia.
Il gip ha disposto una misura di custodia cautelare in carcere, undici arresti domiciliari, sette obblighi di dimora, e il sequestro preventivo di sette società. L’illecito è stato reso possibile grazie ad una sofisticata rete di server con base all’estero.
L’operazione condotta questa notte ha visto anche l’impiego dei carabinieri del comando provinciale di Reggio dato che gli arresti e le perquisizioni hanno interessato anche la nostra provincia. In particolare a Castellarano sono stati messi ai domiciliari il cittadino greco Apostolos Nikolakakis, 63 anni, il cesenate Antonio Glorio, 26 anni, l’albanese Indrit Zeqiri, 23 anni. A Casalgrande, invece, sono sempre finiti ai domiciliari il cinese Yongli Zhang, 38 anni. Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno perquisito anche bar e sale giochi a Reggio Emilia e provincia senza che siano stati effettuati sequestri.
Le indagini si sono svolte tra il 2012 e il 2015, con un coordinamento investigativo con le Dda di Catanzaro e Bologna. Gli indagati sono 200, mentre i reati ipotizzati – hanno reso noto il Procuratore della Repubblica del capoluogo lucano, Luigi Gay, il procuratore aggiunto Francesco Basentini – sono di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata, e raccolta dei proventi illeciti del gioco illegale on line attraverso strumenti informatici e telematici.
Le slot erano prive delle autorizzazioni dei Monopoli, accedendo però al sistema criptato attraverso una card in possesso del gestore del locale, i giocatori entravano nel sistema vero e proprio, criptato e sostenuto da server stranieri, in Olanda, Grecia e negli Stati Uniti. Le slot sono state scoperte in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Sardegna, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia.