Bper diventa Spa e guarda alle Popolari
Approvato il bilancio 2014, che dopo due anni di astinenza, riassegna un dividendo, seppure modesto, di 2 centesimi per azione
REGGIO EMILIA – Gli azionisti di Bper, Banca popolare dell’Emilia Romagna, che ha appena cambiato il suo marchio in Bper Banca, si sono riuniti alle fiere di Modena. Hanno approvato il bilancio 2014, che dopo due anni di astinenza, riassegna un dividendo, seppure modesto, di 2 centesimi per azione.
Hanno rinnovato sette componenti del consiglio d’amministrazione e hanno concentrato la loro attenzione sulla imminente trasformazione, imposta per legge alle banche popolari con più di 8 miliardi di attivo, in società per azioni. Un cambiamento di scenario che consiglia a breve un matrimonio con un altro istituto di credito. L’amministratore delegato Alessandro Vandelli, ha spiegato che il partner sarà cercato fra le ex Popolari della Lombardia o del Veneto, fra banche delle stesse dimenzioni o di dimensioni minori.
Bper guarderà con interesse alle popolari lombarde e venete di dimensioni simili o più contenute per valutare possibili aggregazioni già a partire dalle prossime settimane anche se sarà difficile che si possa arrivare a qualcosa di concreto entro fine anno. L’ad Alessandro Vandelli delinea il profilo ideale del partner con cui convolare a nozze nell’ambito dell’M&A innescato dalla legge che obbliga le popolari con attivi sopra 8 miliardi a trasformarsi in Spa, chiudendo le porte alle rivali più grandi Ubi e Banco Popolare.
“Guardiamo a chi ha dimensioni come la nostra o più contenute”, ha detto Vandelli nel corso della conferenza stampa a margine dell’assemblea, ribadendo che al momento non c’è alcun dossier sul tavolo. In termini geografici l’attenzione è rivolta alla Lombardia e Veneto, dove “ci sono alcune realtà con cui l’incastro, per quanto riguarda la complementarietà delle reti, potrebbe essere quasi perfetto”.
Dal novero delle banche popolari interessate dalla legge di riforma Vandelli, pur non facendo alcun nome, suggerisce opzioni quali le lombarde Pop Milano, Creval e Pop Sondrio, e le due venete non quotate Pop Vicenza e Veneto Banca. Il gruppo modenese valuterà le migliori opportunità sulla base di una “logica industriale importante e solida” e tenendo fermi alcuni punti fondamentali, quali la “creazione di valore per soci”, la “forte condivisione dei valori e dei progetti” e il “rispetto della nostra identità”.
Vandelli sembra escludere, almeno in una prima fase, l’ipotesi della creazione di una superpopolare attraverso la fusione tra più di due soggetti in quanto operazione eccessivamente complessa. “E’ un’ipotesi affascinante, ma per esperienza quando si fanno queste operazioni in due è già complicato”, dice senza nascondere che progetti di questo tipo sono stati proposti anche da diverse banche d’affari.
Proprio in tema di adviser Bper non ha ancora scelto, ma “sarà il tema delle prossime settimane, probabilmente sulla base di una shortlist”, specifica Vandelli.
“Siamo accerchiati, quando ci sono operazioni di questo tipo riceviamo costantemente dossier o sollecitazioni”, dice. Sulla tempistica, una volta passata l’assemblea, nelle prossime settimane inizieranno i primi confronti, ma “è già tanto vedere qualcosa entro fine anno. Sono quadrature complesse”.