Maxi operazione dei carabinieri, sgominata la Banda Bassotti
Le indagini hanno permesso di scoprire circa 15 furti in abitazione, per un valore complessivo di denaro e beni asportati di circa 200 mila euro
REGGIO EMILIA – I carabinieri del comando provinciale di Foggia insieme a quelli di Reggio Emilia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal Gip del tribunale di Foggia, su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di 12 persone, residenti in Ischitella, Carpino, Rodi Garganico, Reggio Emilia e Sanremo, ritenute responsabili in concorso tra loro, a vario titolo, dei delitti di furto in abitazione, estorsione commessa con il metodo del “cavallo di ritorno”, ricettazione, porto abusivo di armi, utilizzo fraudolento di carte di credito e spaccio di sostanze stupefacenti. Ulteriori 5 indagati sono tuttora ricercati.
Le indagini prendevano spunto da un furto subito il 13 marzo 2013 da un imprenditore di pompe funebri di Ischitella, nel corso del quale venivano asportati un furgone “Renault Trafic” ed un carro funebre marca “Mercedes”, a cui seguiva una richiesta estorsiva per la restituzione dei mezzi, per una somma di 25.000 euro.
A seguito di tale episodio delittuoso, veniva avviata dai carabinieri un’accurata indagine, da cui emergevano diversi personaggi orbitanti nei comuni di Ischitella, Carpino e Rodi Garganico, dediti alla commissione di reati contro il patrimonio.
Le investigazioni, in particolare, venivano indirizzate nei confronti di un dipendente di una società che ha in appalto dall’ASL di Foggia il servizio del “118” di Rodi Garganico, tuttora ricercato, accertando la responsabilità dello stesso e di altri soggetti, tra cui Pietrantonio Voto e Tommaso Del Conte, anch’essi in servizio presso la medesima società di Ischitella e Carpino, in una pluralità di fatti delittuosi, prevalentemente furti in abitazioni, commessi ad Ischitella ed in zone limitrofe. Le indagini consentivano di riscontrare una continua attività degli indagati nella programmazione ed esecuzione dei furti, le cui vittime erano per lo più persone anziane, le cui abitudini e movimenti venivano studiati al fine di cogliere il momento più propizio per agire.
La conoscenza diretta delle vittime e delle abitazioni scelte per le azioni criminose era facilitata dall’attività lavorativa svolta dai citati operatori sanitari, i quali, nella veste di soccorritori o autisti, potevano avere accesso alle dimore delle persone che chiedevano l’intervento medico d’urgenza, venendo in particolare a conoscenza delle patologie di cui le persone soccorse erano affette e, quindi, dei periodi di assenza da casa per necessità terapeutiche.
In alcuni casi, proprio grazie a tale conoscenza, gli indagati riuscivano ad ottenere la disponibilità delle chiavi d’ingresso, che sottraevano per il tempo necessario a fare i duplicati, di cui poi si servivano per accedervi senza compiere effrazioni, ricevendo altresì la collaborazione di donne, soprattutto Anna Dionisio e Angela D’Errico, che si prestavano a svolgere le funzioni di badanti delle persone bisognose di cure, al solo scopo di impossessarsi delle chiavi.
Le indagini facevano emergere l’esistenza di due distinti gruppi criminali, operanti nei comuni di Ischitella e Carpino. Per quanto attiene al gruppo di Ischitella, i personaggi di spicco erano Pietrantonio Voto e Giuseppe Cannarozzi, mentre il gruppo di Carpino faceva capo a Bruno Silvestri e TommasoDel Conte.
I due gruppi, cooperando in diverse occasioni, assoldavano cittadini stranieri per compiere i furti, come nel caso dei 43.000 euro in contanti asportati da un’abitazione in località Foce Varano di Ischitella compiuto da due albanesi o nel tentativo di furto presso un’altra abitazione di Ischitella operato nel giorno del matrimonio del figlio della vittima.
In quest’ultima circostanza Francesco Sluga, abitante a Brescello, raggiungeva Ischitella insieme a due moldavi dimoranti a Reggio Emilia, gravati da precedenti specifici, che coadiuvavano Cannarozzi e Del Conte nella commissione del colpo, reso vano dall’inaspettato rientro dei proprietari. Gli stessi riuscivano comunque a penetrare in una casa adiacente, di proprietà dei nonni dello sposo, asportando la somma contante di 6.000 euro circa.
Nel corso delle indagini emergeva anche la disponibilità di armi da parte degli indagati, provento dei furti perpetrati, nonché l’utilizzo fraudolento di un bancomat asportato in occasione di un furto su un veicolo a tre ruote in uso ad un anziano di Ischitella, per un importo complessivo di circa 20.000 euro.
Le indagini, condotte in un lasso di tempo di dieci mesi dal marzo 2013 al gennaio 2014, consentivano di scoprire circa 15 furti in abitazione, per un valore complessivo di denaro e beni asportati pari ad euro 200.000 circa.