Fusione, Unieco e Coopsette ci riprovano: il nodo degli esuberi
In trecento rischiano il posto di lavoro. Le due coop stanno pensando di costituire una newco, la Atikram srl
REGGIO EMILIA – Fusione Unieco-Coopsette, sarà la volta buona? Se n’era parlato già un anno fa, proprio in questo periodo, ma poi non se n’era fatto nulla. Ma ieri il presidente della cooperativa di costruzioni di Campegine, Fabrizio Davoli, ha detto al Corriere Economia: “Il percorso di integrazione industriale sul core business delle costruzioni adesso è ben avviato. A maggio sarà presentato alle rispettive assemblee e a tutti gli stakeholder, in particolare alle banche creditrici”. Un particolare non da poco dato che queste ultime, complessivamente, vantano circa 500 milioni di euro di crediti nei confronti delle due coop.
Qualche indicazione ulteriore potrebbe arrivare dall’assemblea dei soci di Unieco del 9 maggio in cui, all’ordine del giorno, ci sarà la discussione sui futuri assetti organizzativi dell’azienda. Se tutto andrà per il verso giusto nascerà un gruppo destinato a collocarsi al sesto posto tra i grandi gruppi delle costruzioni alle spalle di Salini, Astaldi, Condotte, Pizzarotti di Parma e Cmc di Ravenna.
Vediamo la situazione. Entrambe le cooperative sono uscite dalla procedura di concordato preventivo passando attraverso una ristrutturazione del debito con i creditori. Sono due colossi. Coopsette conta oltre mille dipendenti tra capogruppo e società controllate e ha lavori in tutta Italia nei comparti immobiliare, grandi opere e armamento ferroviario. L’indebitamento verso terzi nel 2013 era di 262 milioni di euro e quello verso le banche era di 300 milioni.
Unieco è fra i dieci più importanti general contractor italiani e conta 1.500 dipendenti, di cui 628 nella capogruppo e il resto nelle società collegate con un indebitamento complessivo nel 2013 di circa 600 milioni, di cui circa 300 milioni verso le banche.
Sono due coop che hanno quindi, complessivamente, 2.500 lavoratori. La fusione fra le due comporterebbe degli inevitabili doppioni e quindi, quasi sicuramente, degli esuberi. Fonti sindacali fanno sapere che potrebbero essere almeno trecento. Non sarà quindi un passaggio indolore per quella che sarebbe una delle ristrutturazioni più importanti del mondo cooperativo emiliano romagnolo.
Probabile, anche, che cambi la natura della società e che la futura Unisette, se questo sarà il nome, non sarà una coop ma una società di capitali come del resto è già accaduto per Sicrea. Secondo quanto scrive il Corriere Economia si starebbe lavorando a un cambiamento radicale degli assetti delle due coop secondo un modello già sperimentato, con successo, con la nascita di Siteco, ora Sicrea Group, guidata dal vicepresidente di Legacoop, Luca Bosi, dalle ceneri dei crac Cmr Reggiolo e Orion.
Unieco e Coopsette costituirebbero una newco (non una cooperativa, ma una società di capitali) a cui conferirebbero cantieri e attività industriali, mentre nelle case madri resterebbero i patrimoni a compensazione dei debiti per onorare gli accordi di ristrutturazione. La società potrebbe chiamarsi Atikram srl, newco con sede a Castelnovo Sotto già creata in precedenza in vista dell’obiettivo.
Unieco si occuperà di armamento ferroviario, delle grandi commesse all’estero e della costruzione di termovalorizzatori. Coopsette concentrerà il business sulle concessioni autostradali e le opere ferroviarie.