L’assessore Pratissoli: “Fare rivivere i luoghi abbandonati”
L’amministrazione vuole sostenere progetti che utilizzino il patrimonio edilizio esistente e gli spazi aperti vuoti per riattivarli con iniziative di evidente interesse pubblico
REGGIO EMILIA – Proseguendo nell’attuazione delle linee di mandato del sindaco Luca Vecchi in tema di rigenerazione urbana e salvaguardia del territorio (è delle scorse settimane la delibera per la riconversione agricola di aree previste come edificabili), la giunta comunale di Reggio Emilia ha approvato, su proposta dell’assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli, una delibera di indirizzi per “il riuso temporaneo di spazi e immobili pubblici e privati”.
“Il nostro scopo – spiega l’assessore Pratissoli – è ridare vita a luoghi ‘abbandonati’, cioè privati delle loro funzioni originarie per molteplici ragioni spesso legate alle determinazioni del mercato e alla crisi o in attesa di una destinazione definitiva, conferendo loro nuovo senso e funzionalità, innescando processi virtuosi di sviluppo culturale, sociale ed economico a beneficio della comunità e dell’area urbana.
“Uno sguardo ad alcune città europee – spiega Pratissoli – ci mostra come, in assenza di sviluppo immobiliare e commerciale, molte aree abbandonate possono infatti attrarre e attivare economie informali e nuovi servizi auto-organizzati per la città”.
Spazi e terreni abbandonati, in attesa di una trasformazione definitiva, possono cioè essere destinati ad ospitare usi temporanei in quel tempo di mezzo che può durare anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d’uso.
L’amministrazione ha perciò intenzione, prosegue Pratissoli, “di sostenere progetti che utilizzino il patrimonio edilizio esistente e gli spazi aperti vuoti, in abbandono o sottoutilizzati di proprietà pubblica o privata per riattivarli con iniziative di evidente interesse pubblico, legate al mondo della cultura e dell’associazionismo, allo start-up dell’artigianato e piccola impresa, con contratti ad uso temporaneo a canone calmierato”.
Obiettivo è quello di orientare i processi di rigenerazione di insediamenti urbani verso una prospettiva che possa avvalersi sia delle forme di cittadinanza attiva e di responsabilizzazione collettiva, sia della capacità creativa, illuminata dal senso del bene pubblico, di progettisti, enti e amministrazione.
“I progetti-azione che si vogliono promuovere – spiega l’assessore – sono infatti a ‘bassa definizione’, ma ad alto contenuto sociale”. Per raggiungere l’obiettivo serve partire da esperienze già realizzate e riconoscere le diverse spinte creative propositive per verificare come – anche attraverso un superamento dei limiti del dettato normativo che non riconosce ancora il riuso come una delle declinazioni possibili della rigenerazione urbana – si possa favorire l’applicazione di strumenti operativi più flessibili, la costruzione e diffusione di operazioni coordinate di “auto-costruzione” e la validazione di pratiche di trasformazione temporanea o ad interim di “vuoti” in attesa di trasformazioni definitive.
“In sostanza – spiega Pratissoli – si ambisce ad operare un opportuno cambio di paradigma della cultura del fare città: dal controllo tipico di visioni monodirezionali dall’alto verso il basso, alla responsabilità diffusa della cura, collettiva ed individuale, dei luoghi dell’abitare quotidiano entro un rinnovato sistema normativo”.