Simonetta Gilioli nuovo presidente di Istoreco
Archivista, laureata in lettere classiche e già membro del comitato direttivo, è la prima donna a ricoprire questa carica
REGGIO EMILIA – Istoreco rinnova i propri organi direttivi. Sabato mattina nella sala del consiglio provinciale si è tenuta, l’assemblea dei soci di Istoreco, l’istituto storico reggiano. Un momento partecipato, che ha visto la presenza di un centinaio di persone. I soci – sia enti che persone fisiche – sono stati chiamati a votare i nuovi vertici, dalla presidenza alla composizione del consiglio direttivo e dei collegi dei sindaci revisori e dei probiviri, che rimarranno in carica per i prossimi tre anni.
La nuova presidente di Istoreco è Simonetta Gilioli, eletta con 85 preferenze sui 93 voti complessivi. La Gilioli prende il posto di Mirco Carrattieri, che ha esaurito i suoi due mandati (lo statuto di Istoreco prevede appunto un massimo di due mandati per la presidenza). È la prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia dell’istituto.
La 50enne Gilioli, figlia del partigiano Ulisse, è un’insegnante di italiano, latino e storia del liceo scientifico Moro; collaboro con Istoreco dal 1993 e per 4 anni, dal 1995 al 99, ha lavorato come archivista in istituto, riordinando e informatizzando l’archivio partigiano “Guerrino Franzini”.
L’assemblea ha designato anche i nuovi componenti del consiglio direttivo e degli altri organismi di rappresentanza e controllo, fra cui i collegi dei sindaci revisori e dei probiviri.
“Il motivo principale per il quale ho accettato la candidatura è stato la proposta di delineare la figura del presidente all’interno di una squadra di lavoro”, ha detto la Gilioli nel suo intervento prima del voto. “Lavorare insieme in un momento in cui il lavoro, quando c’è, risponde troppo spesso a dinamiche individualistiche più che collettive, ritrovare un modo di relazionarsi, confrontarsi e discutere collaborando ridona vitalità alle persone, favorisce lo sviluppo di idee e può costituire anche una risposta forte all’isolamento e alle difficoltà che questo nostro tempo oggi determina”.
“Nella mia storia personale c’è un padre partigiano e c’è un nonno deportato come Internato Militare Italiano e questo mi ha reso sensibile, nel tempo, alle tematiche della Resistenza e della deportazione”, ha ricordato.
“Ora che i testimoni, purtroppo, sono sempre di meno, credo che l’istituto debba cercare anche altre memorie, per esempio quella dei luoghi, che se sapientemente interrogati, hanno tanto da raccontare. Per questo vorrei che si continuasse a riscoprire, come Istoreco sta facendo ormai da tempo, accanto alle persone, le strade, le piazze, le officine tutti quei luoghi insomma dove la coscienza antifascista e democratica della nostra città si è formata. Credo che lo studio della storia e della memoria si debba realizzare, infatti, mediante l’intreccio di testimonianze, luoghi e documenti e soprattutto con una adeguata comunicazione, che renda visibile ciò che l’istituto fa”.