I reggiani a Parigi: “Stiamo bene, ma che paura”

Alessandra Pisi, architetto: “Abito vicinissima al ristorante cambogiano dove c’è stato l’attentato. Sarò stata lì a mangiare venti volte. Che orrore. Ci hanno detto che dobbiamo stare in casa”
REGGIO EMILIA – Sono numerosi i reggiani che in queste ore terribili si trovano a Parigi dove i terroristi islamici hanno colpito nuovamente, ieri sera, causando almeno 126 morti. Facebook ha attivato un’opzione che consente di comunicare ad amici e familiari se i loro cari stanno bene. Fra chi ha risposto c’è Marcello Grassi, 55 anni, nella capitale francese per Paris Photo, dove aveva alcuni appuntamenti con galleristi di fotografia francesi.
Ha detto a Reggio Sera: “In realtà non ci siamo accorti subito della situazione di emergenza e pericolo. Eravamo nel Marais a cena e poi in Place des Vosges quando dall’Italia ci hanno avvisato delle prime notizie apparse in diretta sui telegiornali. A quel punto abbiamo iniziato a sentire e a vedere ambulanze, mezzi di soccorso e auto della polizia in numero davvero elevato. Il pensiero è stato solo quello di raggiungere l’appartamento dall’altra parte della città e con metro chiusa e taxi tutti occupati è stato difficile. Solo verso mezzanotte abbiamo trovato un taxi e raggiunto l’appartamento attraverso un percorso modificato dalle circostanze e dai sempre più numerosi mezzi di intervento pubblico”.
Sta bene anche Bruno Cattani, fotografo reggiano piuttosto conosciuto nella nostra città, 51 anni, che ha il negozio di Fotosuperstudio in via Panciroli, anche lui nella capitale francese per Paris Photo, che ha postato: “Sono a Parigi. Volevo vedere tante foto belle. Ma purtroppo …. Una tragedia… Pazzesco”. Dice a Reggio Sera: “Sto bene, non ero lontano. Tanto caos di polizia e militari metro chiusi e i locali si sono svuotati per correre tutti a piedi a casa”. Stamattina Cattani è uscito per vedere se la fiera sera aperta anche se ha aggiunto di dubitare che lo fosse.
Ha confermato di essere sana e salva anche Alessandra Pisi, architetto, che vive da anni con il marito e i figli nella capitale francese dove ha un suo studio, che ha scritto: “Amici noi stiamo bene, non state in pensiero! Non usciremo di casa per i prossimi 10 giorni, mi sa. Che orrore”. Alessandra, fra l’altro, abita vicinissimo a Rue Bichat dove c’è il ristorante cambogiano dove ci sono state 14 vittime e dice al nostro giornale: “Siamo andati a quel ristorante almeno 20 volte. Siamo chiusi in casa per ora. Buongiorno, io e la mia famiglia stiamo bene. Abitiamo al Canal St Martin poco lontano dalla rue Bichat. Ieri sera fortunatamente eravamo a casa. Abbiamo sentito le sirene di polizia, elicotteri e ambulanze tutta la notte. Stamattina le strade sono deserte e abbiamo ricevuto istruzioni di stare in casa. Siamo molto tristi e sotto choc per le vittime”.
Tutto bene anche per Alessandra Matia Calò, 38 anni, fotografa (ha partecipato anche a Fotografia europea), originaria di Taranto, ma residente a Reggio, che dice al nostro giornale: “Qui fortunatamente tutto bene. Ieri sera eravamo ad un evento legato alla kermesse fotografica, nelle vicinanze del Louvre. Abbiamo visto tantissima polizia in borghese sfrecciare per le strade ma non riuscivamo a capire cosa potesse essere successo. Verso 23 eravamo in metro e annunciavano che “per problemi di sicurezza” le fermate Republique e Filles Du Calvaire non sarebbero state accessibili. Non appena arrivati in superficie, tramite Internet siamo venuti a conoscenza della tragedia”.