Grissin Bon, maledizione finita

1 dicembre 2015 | 00:28
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Grissin Bon, maledizione finita

REGGIO EMILIA – Pallacanestro Reggiana, an ugly win and the jinx is history. Per i diversamente poliglotti (mi piace questa definizione): una brutta vittoria e una maledizione che diventa… storia.

Pallacanestro Reggiana a Pistoia aveva preso costantemente delle spatuzzate storiche. Dallo psicodramma della stagione della promozione con un quarto periodo allucinante, a quella dell’anno prima – quello della salvezza in Legadue grazie ad…. Antonio Porta – in cui Reggio sembrava aver ammainato la bandiera. Alle prestazioni non prestazioni degli ultimi anni. Insomma, Pistoia ha rappresentato per Pall. Reggiana, ciò che l’Amburgo rappresenta per il Borussia Dortmund: un tabù.

Una partita in cui eventi ancestrali avvenivano, gli astri si allineavano e com’è come non è, la squadra tornava a casa con un orango, e non più  la scimmia con cui si era presentata alla palla due. Bene, ora c’è una differenza in questo nobile (per Reggio Emilia, eh, sia chiaro) paragone: la maledizione biancorossa è cancellata. Quella dei gialli di Herr Thomas Tuchel, no (vedasi qui per capire la comicità di certe cose….).

Pallacanestro Reggiana la sfanga con le stesse armi viste a metà settimana contro l’Alba Berlino: la durezza mentale, la cattiveria, la fisicità in difesa…. E le scelte sbagliate di “tale” Ronald Moore che nell’ultimo minuto ne ha commesse più di Bertoldo (Fallo di sfondamento commesso dopo non aver mosso un singolo secondo la palla… e lo sfondamento c’è tutta la vita e 0/2 ai liberi a poco più di 1″ dalla fine con il primo che doveva essere segnato e il secondo sbagliato per consentire un eventuale tap-in e rimandare tutto ai supplementari).

Ma tant’è. In tempi di grosso casino e formule alchemiche tra italiani e stranieri, stranieri comunitari e extracomunitari, con un magnate russo che ipnotizza tutta la Brianza (titolo a tutta pagina de “La provincia di Como” perché regala un mazzo di fiori alla Cremascoli prima della partita. Un misto tra Piccolo Mondo Antico e il Libro Cuore…. a tanto è arrivata la professione giornalistica.), dove non c’è uno straccio di certezza del diritto a qualsiasi livello (e chi difende la regola, lo fa perché ballano fior di migliaia di euro, mica perché c’è da salvare il movimento ), si può anche pensare che i due terzi degli americani che popolano lo Stivale dei canestri nel loro paese natale farebbero i ball boys in qualche arena dove giocano i grandi. Inutile pretendere troppo. Il livello è questo. Si vive e si muore – sportivamente parlando – con le iniziative di giocatori che a volte non ne hanno idea. Sic transit…

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