L’analisi. Final eight, ha vinto la squadra più forte

REGGIO EMILIA – Ha vinto la squadra più forte. E tanti saluti a Lapalisse. Il punto è che questa Milano ha asfaltato Venezia ai quarti. Ha distrutto Cremona in semifinale. Ha vinto con pieno merito contro Avellino (che è in una forma psicofisica strabiliante) pur non giocando una partita perfetta. Ovviamente, quando si giocano tre gare in tre giorni, è difficile mantenere un livello agonistico e mentale massimale.
Le Final Eight rappresentavano il primo banco di prova “domestico” (La Supercoppa ha un valore relativo, soprattutto per l’Armani che era assieme da pochissimo tempo) per una Armani sostanzialmente “nuova”. Nuova nell’organico, e nuova nell’atteggiamento. Quello che si è potuto vedere fa onestamente paura. Gestire un roster di dieci giocatori dieci con un minimo di razionalità non è facile. Farlo con delle regole… “alla Repesa”, tuttavia risulta un po’ meno complicato. Il punto mi è parso chiaro: se non difendi, scendi. Se non spendi falli, scendi. Che problema c’è?
Tanto se non lo fai tu che sei in campo, lo farà sicuramente quello che ti sostituisce, il quale, a sua volta, non farà venire meno qualità e talento dall’altra parte del campo. Gelsomino si può permettere qualsiasi tipo di quintetto. Basso, alto, medio. Col doppio lungo. Col doppio play maker. Senza centri. Qualsiasi soluzione è nel menù. C’è la pretesa di giocare con intensità ogni possesso. C’è l’ambizione di vedere una squadra che muove la palla, passandosela. Soprattutto noto come con questo “nuovo” roster, ci si è emendati da Alessandro Gentile. Quando rientrerà dall’infortunio, toccherà a lui adattarsi al nuovo trend e non viceversa. L’uno contro cinque, con palla ferma su un quarto di campo e altri 4 che guardano non credo sarà più la soluzione. Il riposo in difesa non contemplato.
Quello che ho visto in questa tre giorni di Final Eight, proiettato su una serie di play off a sette mi pare sia più che sufficiente per fare capire come potrebbe andare a finire. Anche perché, la scimmia dalla spalla se n’è andata. Milano ha vinto un trofeo giocando con autorità e autorevolezza. Da qui in poi potrebbe essere uno snowball (Mercoledì col Banvit sarò puntualmente smentito, lo so già…).