“Uccise 13 pazienti con ‘bombe’ di eparina”, infermiera arrestata

La donna è ritenuta responsabile di aver ucciso, negli anni 2014 e 2015, 13 pazienti ricoverati per diverse patologie
REGGIO EMILIA – Una infermiera professionale è stata arrestata dal Nas dei carabinieri. Fausta Bonino, 55 anni, è accusata di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà di 13 pazienti ricoverati nell’ospedale di Piombino. Avrebbe praticato iniezioni letali, non per fini terapeutici, del farmaco anticoagulante ‘Eparina’ che, soprattutto in alcuni casi, avrebbero provocato la morte dei degenti.
Il farmaco avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi conseguenti. Le analisi hanno riscontrato concentrazioni di Eparina di anche 10 volte sopra la norma. I pazienti deceduti sono uomini e donne di età fra i 61 e gli 88 anni. Secondo il Nas, in molti casi avevano patologie per cui la somministrazione di Eparina non rientrava nelle possibili terapie.
Sui 13 decessi 12 sono attribuiti a “scoagulazione del sangue”, uno ad arresto cardiaco. I 13 decessi hanno alterato le statistiche dell’ospedale di Piombino e sono stati registrati tra il 2014 e il 2015: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre del 2014; 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre nel 2015.
I pazienti deceduti erano nel reparto di anestesia per patologie anche non gravi e recuperabili, tipo la rottura del femore. Non ci sono fra i deceduti, hanno sottolineato i carabinieri nella conferenza stampa, malati terminali. L’infermiera, originaria di Savona da una famiglia piemontese, era in Toscana dall’inizio degli anni ’80, è sposata e ha due figli e da circa 20 anni lavorava nel reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Piombino.
In una conferenza stampa il Nas ha spiegato che soffre di depressione e che è stata in cura da uno specialista. Nell’ottobre 2015 è stata spostata di reparto. Il Nas l’ha arrestata all’aeroporto di Pisa mentre rientrava da una vacanza con il marito. Secondo le indagini, l’infermiera era sempre presente nei turni in cui veniva somministrata ai pazienti ‘Eparina’ o in quantità eccessive o anche senza che fosse prescritta.
Le indagini hanno preso in considerazione cartelle cliniche, esami del sangue abitualmente fatti ai pazienti ricoverati nei reparti, il peggioramento delle statistiche di mortalità nell’ospedale. Tra le aggravanti che il gip di Livorno evidenzia nell’ordinanza di arresto, oltre alla crudeltà, la violazione dei doveri di chi esercita pubblico servizio e l’aver approfittato di circostanze in cui le vittime erano in difficoltà.
Dopo il suo trasferimento nell’ottobre 2015 nel reparto dove prestava servizio si è passati dal 20% al 12% del tasso di mortalità. Lo hanno riferito i carabinieri del Nas di Livorno, precisando che anche questa particolare statistica è un elemento importante dell’inchiesta. Sempre i carabinieri, in una conferenza stampa, hanno aggiunto che gli accertamenti sulle morti all’ospedale di Piombino non sono conclusi e proseguiranno ancora con ulteriori approfondimenti.