
Almeno tre kamikaze si sono fatti esplodere alle 22,30 di martedì nel terminal internazionale di quello che è uno dei maggiori aeroporti del mondo. Sospetti sull’Isis
ISTANBUL – Si aggrava il bilancio della strage di ieri sera all’aeroporto Ataturk di Istanbul, dove tre kamikaze si sono fatti saltare in aria. Secondo l’ufficio del governatore di Istanbul, Vasip Sahin, il numero dei morti è salito a 41, tra cui 13 stranieri. Mentre sono 239 i feriti accertati, di cui 109 già dimessi dagli ospedali. Del commando – arrivato all’aeroporto in taxi – avrebbero fatto parte sette persone.
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Spari, urla ed esplosioni hanno lacerato l’aria quando tre terroristi armati con armi automatiche e bombe hanno ucciso non meno di 36 persone all’aeroporto internazionale “Ataturk” di Istanbul, in Turchia. Una carneficina, con la folla che scappava in preda al panico mentre gli attentatori colpivano il terminal degli arrivi in quello che è uno degli aeroporti più affollati del mondo.
Il primo ministro turco Binali Yildirim ha detto che le vittime sono almeno 36 e i feriti 147. Non c’è stata una immediata rivendicazione, ha aggiunto il ministero della Giustizia Bekir Bozdag. Dietro potrebbe esserci l’Isis o un gruppo terroristico ispirato dall’Isis, dato che il Pkk (il Partito curdo dei lavoratori) tende a colpire sempre obiettivi militari.