Il M5S: “Da quanto sono indagati Magnani e Alliata?”
La Spadoni e Cantamessi: “Se il cantiere sarà sequestrato valuteremo assieme ai comitati dei cittadini eventuali azioni legali per la richiesta di risarcimento collettivo”. I Civici: “Chiediamo risposte chiare circa i rischi che incombono sulla nostra città”
REGGIO EMILIA – “Dopo tre anni di esposti di comitati di cittadini e del nostro Movimento, in primis da Olivieri quando era capogruppo nel precedente mandato e dagli attuali consiglieri; diverse interrogazioni comunali e parlamentari e dopo numerose conferenze stampa sul tema, finalmente si scoprono le carte sul Park Vittoria e sugli indagati”. La deputata del M5S Maria Edera Spadoni e il capogruppo in consiglio comunale, Ivan Cantamessi, intervengono dopo la notizia che ci sono due indagati in un’inchiesta relativa al Park Vittoria per pericolo di crollo.
Scrivono i due pentastellati: “Già in fase progettuale, tre anni fa, ponemmo forti dubbi su tutto il progetto sulla base dei livelli piezometrici in cui si evidenziava che il livello dell’acqua era superiore alla quota di posa delle fondazioni, tant’è che sono passati da 3 a 2 piani interrati (e non per i mosaici come si pensava all’inizio).
Successivamente come Movimento 5 Stelle convocammo numerose conferenze stampa sul Park Vittoria per parlare di problemi strutturali del parcheggio e sulle possibili irregolarità del bilancio della società Final di Lodetti Alliata. Da mesi noi chiedevamo chiarezza: a febbraio la Procura disse “siamo ad una svolta sulle indagini””.
Domandano i due: “Da quanto sono indagati il dirigente comunale e responsabile dei lavori, nonché parente del ministro Delrio, l’architetto Massimo Magnani e l’imprenditore Lodetti Alliata di Montereale titolare di Final? Il sindaco Vecchi da quanto tempo sa che il dirigente era indagato?”.
E concludono: “Se il cantiere verrà sequestrato tutti i responsabili che hanno voluto quest’opera approvando gli atti dovranno pagarne le conseguenze: da chi ha eseguito l’opera, al dirigente responsabile dei lavori fino ai consiglieri comunali che votarono a favore l’esecuzione nel settembre 2013. Valuteremo assieme ai comitati dei cittadini eventuali azioni legali per la richiesta di risarcimento collettivo (class action)”.
I Civici: “Chiediamo risposte chiare circa i rischi che incombono sulla nostra città”
Sulla vicenda intervengono anche i due consiglieri comunali Civici Cinzia Rubertelli e Cesare Bellentani che scrivono: “Già da diversi mesi abbiamo manifestato tutte le nostre fondate ragioni per mettere in discussione questo progetto, costoso, rischioso e inutile. Eravamo contro in campagna elettorale (sette candidati sindaco su otto erano contrari, il solo favorevole è stato colui che è stato eletto sindaco), e abbiamo in questi mesi raccolto informazioni circa i numerosi aspetti finanziari, economici, patrimoniali, strutturali, idrogeologici, archeologici, di salute, solo per citarne alcuni, che confermavano l’assurdità di questo manufatto. Abbiamo sempre trovato risposte vaghe, tardive e insoddisfacenti”.
Secondo i due Civici “la convenzione a suo tempo stipulata fra il Comune di Reggio Emilia e la società Reggio Emilia Parcheggi prevede, fra l’altro, che in caso di cessazione dei lavori, anche nella fattispecie di dissesto finanziario della società di progetto, il Comune di Reggio Emilia sia tenuto a pagare sino all’ultimo centesimo i costi affrontati dalla società di progetto medesima sino a quel momento. Proprio in questi giorni stiamo vedendo che a quindici chilometri di distanza il Comune di Correggio (seconda sentenza caso En.Cor.) è costretto a fare pagare ai cittadini il costo di garanzie sostenute nei confronti di terzi, e si tratta di svariati milioni di euro. Che succederà a Reggio Emilia?”
Concludono Rubertelli e Bellentani: “Chiediamo risposte chiare circa i rischi che incombono sulla nostra città, e che il Comune di Reggio Emilia chiarisca senza indugio ogni aspetto: la situazione economica e patrimoniale della società Reggio Emilia Parcheggi e i costi che quest’ultima ha sostenuto sinora e che il comune rischia di doversi accollare. Chiediamo infine che il responsabile unico del progetto si assuma la responsabilità di quanto sta succedendo, traendone le conseguenze e agendo in coerenza”.