Novellara, marijuana a quintali coltivata da cinesi
Due arresti. I carabinieri hanno trovato una fabbrica con 1.600 piante che avrebbero prodotto alcuni quintali di marijuana. Un guadagno che sarebbe stato di tre milioni per gli “agricoltori” finiti in manette
NOVELLARA (Reggio Emilia) – Una vera e propria fabbrica di marijuana suddivisa i reparti produttivi (coltivazione, irradiazione ed essiccazione) è stata trovata nelle campagne di Novellara in strada Reatino 38 dai carabinieri della compagnia di Guastalla. Al suo interno i militari hanno sequestrato circa 2 quintali di marijuana, oltre 1.600 piante e un impianto di areazione, irradiamento e irrigazione grazie al quale i due imprenditori, finiti in manette, erano riusciti a ricostruire l’habitat perfetto per la produzione dello stupefacente.
I risultati delle indagini sono stati presentati oggi pomeriggio in una conferenza stampa a cui erano presenti il maggiore Luigi Regni, comandante della compagnia di Guastalla, il tenente colonnello Alessandro Dimichino, comandante del reparto operativo dei carabinieri e il colonnello Antonino Buda che ha promesso: “Ci saranno presto sviluppi delle indagini che stiamo conducendo”
Oltre all’area di produzione all’intero del casolare abbandonato, di proprietà di un’anziana signora del tutto ignara di quello che accadeva lì dentro, erano state ricavate anche le camere dove vivevano i 2 cinesi arrestati che, grazie a un sofisticato impianto di videosorveglianza, oltre a monitorare costantemente l’intero ciclo produttivo riprendevano l’esterno dell’azienda allo scopo di controllare il sopraggiungere eventuale di forze di polizia.
Con l’accusa di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti i carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Guastalla, collaborati dai colleghi in forza alla stazione di Novellara, hanno arrestato i cittadini cinesi Wei Xue Lin 21enne e Wen Zhi Lin 20enne, entrambi senza fissa dimora, ristretti al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia titolare dell’inchiesta. L’intero stabile, dopo essere stato “svuotato” dell’ingente quantitativo di stupefacenti, è stato sottoposto a sequestro.
Si tratta del primo sequestro di una vera e propria fabbrica di marijuana operato nel reggiano dai carabinieri che alla luce di recenti rinvenimenti di piantagioni all’interno di casolari in disuso effettuati nel recente passato hanno intensificato l’attività di controlli in tali obiettivi culminati con l’odierno maxi sequestro. In particolare l’altro pomeriggio durante queste attività i militari del nucleo operativo della compagnia di Guastalla hanno individuato, al civico 38 di strada Reatino a Novellara, una casa colonica priva di recinzione, apparentemente disabitata i cui infissi erano stranamente coperti con teli in plastica neri.
La presenza ulteriore del sistema di videosorveglianza, anomalo per un casolare solo all’apparenza abbandonato, ha fatto insospettire i militari che hanno voluto verificare l’identità degli eventuali occupanti. Giunti ad una distanza di due metri circa dalla porta di ingresso ed in prossimità di una finestra, i carabinieri hanno sentito un fortissimo e persistente odore inequivocabilmente riconducibile a quello diffuso dalla marijuana, che proveniva dall’interno.
I militari si sono fatti aprire la porta dal cinese 21enne e hanno iniziato una perquisizione dei locali che si è conclusa con esito positivo e con il rinvenimento di circa 2 quintali di marjuana e oltre 1.600 piante che al dettaglio avrebbero fruttato oltre 3 milioni di euro.
La casa colonica era stata adibita in buona parte a fabbrica di produzione di marijuana e in parte a unità abitativa occupata dai due cittadini cinesi poi arrestati. Nella camera da letto degli occupanti tre monitor due dei quali proiettavano le immagini delle telecamere esterne l’altro della zona di produzione della marjuana. Nei locali adibiti a coltivazione erano state installate centinaia di luci ad incandescenza sistemate in maniera da simulare una serra al cui interno sono state trovate oltre 1.600 piante in fase di crescita, piantate nel terriccio.
Nei corridoi erano presenti numerosissimi contenitori di concime e di materiale usato per la coltivazione di colture vegetali. In altre 2 stanze erano state installate numerosissime lampade ad incandescenza utilizzate per l’essicazione dell’ingente quantitativo di marijuana prodotta il cui peso si avvicina ai 2 quintali. E c’era anche un impianto elettrico e di areazione. Nel sottotetto erano presenti numerosi sacchi dell’immondizia contenenti terriccio e materiale di scarto della lavorazione delle piante di marijuana.
Alla luce di quanto accertato i due cinesi sono stati arrestati e portati in carcere. Le indagini ora proseguono per accertare gli esatti canali di destinazione della marijuana prodotta ricompresi tra la bassa lombarda e le province emiliane di Parma, Modena, Reggio Emilia e Piacenza.