Nella chiesa di Sant’Anselmo di Buco del Signore l’ultimo saluto al giovane nuotatore morto in circostanze misteriose. Presenti atleti e dirigenti nazionali del nuoto. Picchetto d’onore dei vigili del fuoco
REGGIO EMILIA – Si sono svolti stamattina, nella chiesa di Sant’Anselmo di Buco del Signore, i funerali di Mattia Dall’Aglio, il giovane nuotatore morto a soli 24 anni durante un allenamento in una sala pesi.
Diverse centinaia di persone sono accorse per testimoniare il loro affetto alla famiglia del giovane atleta, i cui genitori Ornella e Gianluca abitano nel quartiere. Amici, compagni di scuola ed università del ragazzo, conoscenti, altri nuotatori (in primis quelli della Reggiana Nuoto) e anche semplici cittadini rimasti toccati dalla vicenda che ha portato alla morta misteriosa di un bravo ragazzo, impegnato tanto nello studio quanto nello sport, bello e simpatico, stimato da coetanei e allentatori per la sua lealtà. La Federazione Italiana Nuoto era presente con dirigenti di primo piano come il presidente regionale Pietro Speziali. Nonostante e gare ei Campionati Italiani in corso al Foro Italico a Roma, alcuni atleti sono riusciti a venire a Reggio; tra loro due carissimi amici di Mattia: il forlivese Fabio Scozzoli, campione europeo e campione mondiale, e il carpigiano Gregorio Paltrinieri, campione olimpico e mondiale in carica dei 1500m stile. C’erano anche gli “Amici del nuoto” di Modena, nei cui impianti (gestiti su delega dei Vigili del Fuoco) il ragazzo si allenava.
La salma di Mattia, con la divisa della nazionale di nuoto e dei vigili del fuoco, è stata anche accompagnata dal picchetto d’onore dei vigili del fuoco di Modena: un’autopompa parcheggiata davanti alla chiesa ha suonati le sirene quando la bara è uscita dalla chiesa. Con la loro società il ragazzo era tesserato e gareggiava; nella loro sala pesi è deceduto per cause ancora in corso di accertamento. La Procura della Repubblica di Modena prosegue l’indagine (due gli indagati) sulla gestione della palestra e della vicina piscina, mentre giovedì si è svolta l’autopsia: i medici legali si sono presi tutto il tempo necessario (da un mese a 90 giorni) per consegnare all’autorità giudiziaria la propria relazione. Che potesse la causa del decesso fosse stato un arresto cardiaco è stato abbastanza chiaro fin dal tragico ritrovamento del corpo. Il problema è capire cosa abbia fermato il cuore (ad esempio malattie non presenti o non diagnosticate in passato): per questo, l’organo è stato espiantato e inviato all’istituto di Medicina legale di Padova.