Pedofilo liberato, il ministro Orlando avvia degli accertamenti

20 agosto 2017 | 09:45
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Pedofilo liberato, il ministro Orlando avvia degli accertamenti

Piovono reazioni dopo la decisione del giudice Ghini. Costa: “Assurdo e inspiegabile”. Manghi: “Provvedimento inaccettabile”. La Rubertelli: “Queste sono le leggi”. La Beretti: “Non trascendiamo”. Giovedì un’ora di silenzio davanti al tribunale per protesta

REGGIO EMILIA – Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, tramite l’ispettorato del ministero, ha avviato accertamenti preliminari sulla vicenda del pedofilo reo confesso scarcerato venerdì dal tribunale di Reggio. Lo riporta la Gazzetta di Reggio. Il ministro ha preso questa decisione dopo il provvedimento di scarcerazione deciso con l’ordinanza del giudice dell’indagine preliminare Giovanni Ghini dopo l’interrogatorio di garanzia celebrato tre giorni fa. Una decisione, quella del giudice reggiano, che continua a fare discutere.

Costa: “Assurdo e inspiegabile”
“La violenza e’ schifosa. La violenza sui bambini e’ spregevole. La violenza su un minorenne particolarmente fragile e abominio. Ed e’ incredibile, assurdo, inspiegabile, che chi la commette possa girare a piede libero”. A scriverlo su Facebook e’ Andrea Costa, segretario provinciale del Pd di Reggio Emilia, commentando l’ordinanza di scarcerazione emessa dal Gip Giovanni Ghini per il 21enne profugo pakistano che a luglio ha abusato di un suo connazionale. “Non mi si venga a dire – continua Costa – che e’ un problema di norme. Quelle ci sono e c’e’ sempre il margine per interpretarle nella loro applicazione. Non si tratta di rispettare o meno le sentenze. Si tratta di sentenze che devono rispettare le persone”. Per questo, conclude il segretario, “fa bene la Procura a impugnare la sentenza che ha rimesso in liberta’ il pedofilo arrestato nei giorni scorsi”.

Manghi: “Provvedimento inaccettabile”
Sulla vicenda interviene anche il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, che scrive: “Sono abituato, per formazione e senso delle istituzioni, a rispettare il lavoro della Magistratura e degli organi di giustizia. Nel caso però della scarcerazione di colui che ha ammesso di aver violentato un ragazzino 13enne non riesco a trovare una ragione per comprendere tal provvedimento. Che ritengo inaccettabile”

La Rubertelli: “Una democrazia che non garantisce sicurezza e certezza della leggi è destinata a scomparire”
La consigliera Civica Cinzia Rubertelli commenta: “La legittima decisione della magistratura sul caso del richiedente di asilo pachistano che ha abusato sessualmente di un bambino disabile ha generato profondo sconcerto e anche violenta rabbia tra i reggiani che da tempo lamentano la disaffezione delle istituzioni nei loro confronti. Pertanto ci vogliono istituzioni con la i maiuscola perchè incontrando le persone e ascoltando le loro storie si avverte un clima di generale malcontento e istintiva rassegnazione. Dall’inizio del mio mandato mi batto come consigliere comunale affinchè la gente venga riportata al centro dell’attenzione della politica altrimenti lo scollamento tra cittadino e stato diventerà permanente. Non è il momento di invettive di stampo ideologico o del ricorso a slogan elettorali, bensì di sano realismo e buon senso poichè ci troviamo di fronte ad una situazione complessa e delicata che richiede la collaborazione di tutti e un dialogo costante con la cittadinanza. Una democrazia che non garantisce sicurezza e certezza della leggi è destinata a scomparire lasciando il paese in balia di una tendenza autodistruttiva che lascerà alle future generazioni le macerie dei valori su cui si fonda il vivere civile”.

Il presidente vicario del tribunale: “Non trascendiamo in insulti e minacce”
Il presidente vicario del tribunale, Cristina Beretti, scrive: “Ogni provvedimento giudiziario è criticabile e ogni decisione può essere discussa con modi civili e non esasperati che mai devono trascendere nell’insulto e nella minaccia nei confronti di chi quella decisione ha preso. Le decisioni del giudice per le indagini preliminari nel nostro sistema possono essere sottoposte al vaglio di un giudice superiore e questo è garanzia per tutti ed è espressione di civiltà giuridica. Nel caso specifico, la particolarità della vicenda, che coinvolge un minore, ha suscitato un comprensibile dibattito pubblico, specie sui social, con affermazioni che in alcuni casi hanno travalicato la normale e sacrosanta dialettica. In veste di Presidente Vicario del Tribunale di Reggio Emilia non posso in alcun modo scendere nel merito della vicenda né sindacare la decisione che il giudice, nella sua piena e riconosciuta autonomia, ha ritenuto di adottare. Posso solo ricordare che il procedimento non è concluso, che ci si trova nella fase cautelare e che l’indagato, in forza della misura cautelare e provvisoria adottata nei suoi confronti, è e sarà sottoposto ai controlli delle forze dell’ordine. Quello che posso assicurare è che il processo, non appena sarà depositata la richiesta di rinvio a giudizio o di giudizio immediato, sarà celebrato in tempi rapidi e potrà avere la sua conclusione con la pronuncia di una sentenza e l’adozione dei provvedimenti successivi previsti dall’ordinamento”.

Mirabile: giovedì un’ora di silenzio davanti al tribunale
Intanto insorge anche la Onlus reggiana contro la pedofilia “La caramella buona”, che indice per giovedi’ 24 agosto dalle 21 alle 22 davanti al Tribunale di Reggio Emilia una manifestazione pubblica denominata “Un’ora di silenzio”. Per dimostrare, spiega il presidente Roberto Mirabile, “indignazione per una giustizia inesistente, ma anche affetto e solidarieta’ ad un bambino abusato e successivamente umiliato”. Gli organizattori chiedono ai cittadini di partecipare “senza bandiere e simboli di qualsiasi genere”.