Landi Renzo chiude a Vicenza, la Cgil: “Preoccupati per ricadute su Reggio”
Lavoratori in presidio permanente davanti alla Lovato Gas dove sono a rischio 90 posti. La Fiom locale: “Azienda sana: assurdo delocalizzare. Lo fanno solo per motivi finanziari”
REGGIO EMILIA – “Ricadute su Reggio? Non lo sappiamo. Abbiamo chiesto un incontro urgente con la proprietà, perché, dal piano industriale presentato, non è chiaro qual è il core business di Landi Renzo e quindi la preoccupazione cresce”. Davide Franco, il funzionario della Fiom di Reggio che segue l’azienda reggiana specializzata nella produzione di impianti a gas per motori termici, lo dice a Reggio Sera mentre è di fronte alla Lovato Gas, l’azienda vicentina che la Landi Renzo vuole chiudere, mandando a casa 90 lavoratori, per delocalizzare la produzione in Polonia l’impianto e in Iran e India l’aftermarket. Fonti vicine alla proprietà, tuttavia, fanno sapere che verrà chiusa l’attività produttiva, mentre dovrebbero proseguire le attività commerciali e di ricerca e di sviluppo. Si tratterebbe comunque di poche unità secondo quanto affermano fonti sindacali.
La Cgil non si arrende e ha allestito un presidio permanente, con sciopero ad oltranza, davanti alla Lovato Gas, fino a quando l’azienda presieduta dal presidente della Camera di Commercio di Reggio (ex presidente di Confindustria locale e attuale patron della Pallacanestro reggiana, ndr) non si deciderà ad aprire un tavolo di trattativa. A Vicenza hanno portato la loro solidarietà anche un gruppo di lavoratori e lavoratrici reggiane di Landi Renzo e Aeb (Gruppo Landi), oltre della Safe di Bologna.
Morgan Prebianca, segretario della Fiom Cgil locale, dice a Reggio Sera: “La chiusura di questa azienda non ha senso perché, dalle analisi dei bilanci, si evince che Lovato Gas è un’azienda che nel 2016 ha fatto 600mila euro di utili e, addirittura, ha prestato 3 milioni di euro a Landi Renzo (la capogruppo che ha chiuso il primo semestre 2017 con una perdita di 8,5 milioni, ndr). Commesse ne abbiamo e il costo del personale è diminuito. Questa è un’azienda sana che può dare una mano a crescere a Landi Renzo. Qual è il motivo, allora? Finanziario. Io ho visto la Borsa che volava (+12,8% quando giovedì è stato presentato il piano, ndr) e quindi la motivazione è prettamente finanziaria”.
La chiusura della Lovato Gas si preannuncia molto vicina. Continua Prebianca: “Dall’incontro che abbiamo fatto ci hanno detto che vogliono chiudere il prima possibile perché la Borsa ha bisogno di azioni veloci”.
Gli fa eco Andrea Brunetti, della Fiom nazionale, che aggiunge: “Questi lavoratori rischiano di andare a casa senza preavviso e, soprattutto, senza un motivo. Il piano industriale non ha una giustificazione e quindi questo ci preoccupa perché, se Lovato è un’azienda che sta bene e può chiedere da un giorno all’altro, allora vuole dire che tutti gli stabilimenti del gruppo sono a rischio. Siamo fortemente preoccupati del futuro del gruppo perché il piano industriale non ci convice e abbiamo il timore che Lovato sia solo la foglia di una margherita. Se questo stabilimento produce bene, noi riteniamo che sia un rischio delocalizzare tutto in Polonia, India e Iran”.