Ferrarini, la rabbia dei lavoratori: “La famiglia ci ha tradito”
Contestato il sindaco: “Pensa solo alla Reggiana”. I sindacalisti: “Chiederemo presto un incontro al primo cittadino e al presidente della Provincia”
REGGIO EMILIA – “La famiglia Ferrarini ci ha tradito, ci ha preso in giro. Ci hanno sempre detto che non c’erano problemi e di stare tranquilli. E guarda cosa sta accadendo. Sono venuti da noi, a maggio, a dirci che ci pagavano il 60 per cento dello stipendio (solo agli operai, ndr) e sa perché lo hanno fatto? Perché così non scattava il licenziamento per giusta causa. L’altro 40 per cento non lo abbiamo mai visto”. Ce lo dicono due operai all’esterno dell’assemblea, ma questo è l’umore di tanti dei 150 dipendenti del prosciuttificio e dell’azienda agricola che hanno affollato stasera il cinema di Rivalta. Di fronte a loro Ennio Rovati della Uila Uil di Reggio, Vittorio Daviddi della Fai Cisl e Giovanni Velotti della Flai Cgil, in rappresentanza degli stabilimenti di Reggio, Lecco (Vismara) e Parma. Ma ce n’è anche per il sindaco Vecchi.
“Sarebbe ora – dice un signore fra gli applausi – che si facesse vivo su questa vicenda invece di occuparsi solo della Reggiana”. I sindacalisti gli promettono: “Su questa vicenda faremo intervenire le istituzioni. Scriveremo e incontreremo, con una vostra delegazione, sindaco e presidente della Provincia che dovranno fornirci garanzie circa il loro impegno in questa vicenda”.
Il caldo è opprimente dentro al cinema di Rivalta e gli umori della platea, che gronda rabbia e sudore, sono neri. “Il mutuo, le bollette. Cosa dico io alla banca a fine mese? Che ha congelato tutto il commissario? Viene lui spiegarlo?”, sbotta una signora esasperata. I sindacalisti le hanno appena comunicato che, se la strada del concordato in continuità sarà percorsa, probabilmente fino al 12 di settembre non vedrà lo stipendio di agosto, mentre quelli di maggio, giugno e luglio saranno congelati dal commissario. Da quello che si è appreso, inoltre, il concordato riguarderebbe solo il prosciuttificio, mentre non sarebbe previsto per l’azienda agricola.
Tre mesi senza stipendio, per quasi ottocento lavoratori e le rispettive famiglie. Una mazzata. E, a quanto pare, l’azienda avrebbe chiesto loro pure di non andare in ferie. “No, no, quelle avete diritto di farle, ci mancherebbe”, esorta un sindacalista. La speranza, per tutti, è che il 3 agosto, quando ci sarà l’incontro al ministero, possano emergere novità positive, soprattutto sul fronte dell’ingresso di nuovi soci che possano salvare l’azienda.