Il Consiglio superiore della magistratura ha definitivamente archiviato il caso relaivo alla presunta incompatibilità ambientale del magistrato
REGGIO EMILIA – Il Consiglio superiore della magistratura ha definitivamente archiviato il caso relaivo alla presunta incompatibilità ambientale del giudice 59enne Giovanni Ghini che, pertanto, resta in forza al nostro tribunale. La Prima Commissione si era espressa già espressa, in precedenza, sulla chiusura della vicenda senza conseguenze per il magistrato reggiano.
La vicenda è relativa al provvedimento di scarcerazione emesso nell’agosto scorso dopo l’interrogatorio di garanzia, di un 21enne pakistano reo confesso per un reato di violenza sessuale nei confronti di un 13enne affetto da disabilità. Il magistrato reggiano (nelle vesti di gip) aveva motivato la scarcerazione mettendo in risalto lo “straordinario senso di autodisciplina dimostrato” dal 21enne pakistano, autore del reato, che però – si leggeva nell’ordinanza – “si è messo da solo agli arresti domiciliari”. Ne era nato un polverone, anche politico e giudiziario.
Su questa decisione del giudice Ghini si era mosso sia il Csm investendo la Prima Commissione (da valutare l’incompatibilià ambientale), sia il ministro della Giustizia (al tempo il ruolo era ricoperto da Andrea Orlando) che aveva innescato l’azione disciplinare.