Stupro al campo da baseball, fermato un 25enne ucraino
La lucidità della vittima, che lo ha descritto nei minimi particolari, è stata determinante per risalire al presunto aggressore
REGGIO EMILIA – E’ finita questa mattina alle 7, davanti ai cancelli dell’azienda dove lavorava saltuariamente, una ditta della zona industriale di Buco del Signore, la caccia al presunto autore dello stupro di una 24enne avvenuto domenica sera a Reggio Emilia. Gli uomini della squadra Mobile della questura reggiana, dopo 36 ore di indagini ininterrotte, hanno fermato il 25enne Myroslav Prayzner, richiedente asilo di nazionalita’ ucraina, che ora si trova nel carcere del capoluogo emiliano in attesa della convalida del fermo prevista entro giovedi’.
L’uomo, titolare di un regolare permesso di soggiorno in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, e’ arrivato in Italia nel 2016 dal Brennero e risultava incensurato. Era dedito all’alcol e viveva in parte da amici e parenti, in parte in strada, spiegano dalla questura. A portare alla sua identificazione sono stati diversi elementi raccolti dagli investigatori, a cominciare dalla descrizione della vittima “che e’ stata straordinaria, molto forte e fredda e ha fornito numerosi particolari molto precisi come raramente ci e’ capitato nella nostra attivita’”, dice il questore di Reggio Emilia Antonio Sbordone.
In particolare la ragazza ha descritto con puntualita’ gli indumenti indossati dall’aggressore – tra cui una maglietta rossa – e il fatto che avesse una ferita non rimarginata sulla fronte (come emerso in seguito si era recato lo scorso 18 luglio all’ospedale di Reggio Emilia per medicarla, dove aveva fornito le sue generalita’, ndr).
La “svolta” nelle indagini, pero’, e’ arrivata anche grazie alla scoperta del “covo” del fermato, in un’area verde isolata non lontana dal luogo dove e’ accaduta la violenza, nella zona del campo da baseball della citta’. Qui i poliziotti “dopo aver battuto palmo a palmo tutto il quartiere”, hanno trovato una tenda e un giaciglio, oltre ad una borsa con alcuni indumenti corrispondenti a quelli descritti dalla vittima, in un boschetto a poca distanza da dove è avvenuta la violenza. Tra questi anche una maglietta con il logo di una ditta di imballaggi della zona, i cui titolari sono stati interpellati dai poliziotti ed hanno contribuito ad accertare l’identita’ del 25enne, dipendente “a chiamata” dell’azienda.
Lunedi’ sera, appostati nei pressi del rifugio dell’ucraino, i poliziotti lo avevano visto muoversi li’ attorno. Ma quando si sono fatti avanti per identificarlo, lui e’ scappato e ha fatto perdere le proprie tracce attraversando, fra le auto in corsa, via del Partigiano. Questa mattina pero’, ad attenderlo all’ingresso del posto di lavoro, ha trovato la Polizia.
“Quanto e’ successo a questa ragazza brutalmente violentata – dice il questore Sbordone – e’ un fatto molto grave. Possiamo solo augurarci con tutto il cuore che da oggi per tutta la sua vita quello che le e’ capitato le sia lieve. I nostri sentimenti per il fermo non possono essere di gioia o entusiasmo ma devo esprimere soddisfazione per la professionalita’, la passione e lo spirito di sacrificio con cui gli uomini della squadra Mobile hanno affrontato questa brutta vicenda”. Quella che “raccontiamo – aggiunge il capo della Mobile reggiana Guglielmo Battisti – e’ la cronaca di una corsa nelle indagini concluse in brevissimo tempo. Lo avevamo promesso alla ragazza perche’ se lo merita e ci siamo riusciti”.
Al centro il questore con gli uomini che hanno condotto l’operazione
Il fermato si e’ chiuso fino ad oggi nel silenzio. La vittima e’ ancora in ospedale, ma dovrebbe essere dimessa presto.
Gli indumenti utilizzati al momento della violenza dal presunto stupratore