Arrestato 60enne pedofilo, orrore senza fine: abusi su una disabile

6 agosto 2018 | 11:19
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Arrestato 60enne pedofilo, orrore senza fine: abusi su una disabile

Oltre ad un milione di file pedopornografici, anche virtuali, rinvenuti sul pc dell’uomo che riprendeva le piccine con una spy pen

REGGIO EMILIA – I carabinieri hanno arrestato un 60enne con l’accusa di pornografia minorile, atti sessuali con minori infra-quattordicenni e violenza sessuale aggravata commessa con abuso delle condizioni di inferiorità psichica della vittima. I reati sarebbero stati tutti commessi tra il 2000 e il 2017. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Tribunale di Bologna, su richiesta del sostituto procuratore bolognese Luca Venturi.

“Raccapriccianti” sono state definite le immagini e i video rinvenuti dai militari sul PC sequestrato all’indagato, a tal punto che, anche gli inquirenti, hanno faticato non poco a visionare il materiale.

L’indagine è stata avviata grazie alla collaborazione fra l’Arma e la onlus “La Caramella buona” attiva a contrasto della pedocriminalità sul territorio nazionale ed è iniziata con la perquisizione effettuata, qualche mese fa, nell’abitazione dell’indagato, da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia. A casa del sessantenne è stato sequestrato materiale informatico idoneo all’archiviazione di file tra cui, in particolare, anche alcune Spy pen (penne con telecamera) che l’uomo usava per riprendere di nascosto minorenni, anche le stesse parenti, talvolta affidate alla sua vigilanza, mentre si spogliavano nella loro cameretta o facevano la doccia.

Il materiale pedopornografico detenuto dall’indagato consisteva in circa un milione di file illeciti nascosti in oltre 5.000 sottocartelle strutturate sotto forma di “matrioska” e alle quali l’uomo aveva talvolta attribuito denominazioni apparentemente ordinarie. Le analisi dei militari, anche attraverso l’ausilio di un apposito consulente tecnico nominato dal pubblico Ministero, hanno consentito di recuperare migliaia di file immagine e video già eliminati dall’uomo al momento del sequestro.

Si tratta prevalentemente di fotografie e video ritraenti bambine straniere, anche della tenera età di 7/8 anni, evidentemente scaricate dal web, spesso realizzate in maniera professionale in studi fotografici dove le bambine, sotto la guida di un vero e proprio regista, truccate e vestite “ad arte”, effettuano spettacoli erotici fino a rimanere completamente nude e simulare atti masturbatori, talvolta anche insieme tra loro e con l’utilizzo di innocenti bambole.

Altre migliaia di file ritraggono invece scene di nudo integrale delle bambine, scaricate sempre online e tratte da spiagge nudiste estere o di vita comune (piscine, spogliatoi, spiagge …) e “captate” evidentemente dalla rete dei pedofili per il relativo smercio online a sfondo sessuale .

Secondo i carabinieri l’uomo arrestato oggi non si era limitato, nel tempo, alla sola archiviazione seriale ed ossessiva di materiale pedopornografico scaricato dalla rete ma era anche passato “ai fatti”. Le indagini hanno accertato e documentato (anche attraverso le foto e i video “recuperati”, nonché con le testimonianze dirette delle bambine coinvolte, alcune oggi già maggiorenni) che l’indagato in passato, approfittando della presenza in casa di parenti minorenni, nonché di amichette di queste ultime, aveva cercato con le piccole vittime il contatto fisico, sotto forma di “innocenti giochi”.

L’ossessione dell’indagato verso le bambine è stata confermata dal rinvenimento di altrettante migliaia di fotografie in cui l’uomo, attraverso l’apposito utilizzo di software di modifica immagini (il morphing), dopo aver scaricato alcune foto pornografiche ritraenti atti sessuali completi tra adulti, aveva poi sostituito al volto del porno attore il proprio volto, al corpo della porno attrice quella del corpo nudo di una bambina scaricata dalla rete ed infine al volto di quest’ultima il volto altre minorenni. Fotomontaggi raffinati e assolutamente verosimili, tali da configurare nel nostro codice penale un reato specifico (art. 600 quater-1), con i quali dava concretezza alle proprie fantasie morbose.

Tra le foto recuperate dai militari e già eliminate dall’indagato sono emerse inoltre immagini che hanno superato ogni più perversa immaginazione. In numerose occasioni infatti l’indagato si è fotografato mentre commetteva atti sessuali su una giovane disabile. Le indagini dei Carabinieri proseguono con l’Autorità Giudiziaria al fine di verificare la provenienza di un così ingente materiale pedopornografico anche attraverso gli organi di cooperazione internazionale di polizia in materia di reati sessuali ai danni di minorenni, per oscurare i siti internet di riferimento nonché garantire, non senza difficoltà, l’identificazione dei componenti i ring pedofili e le minorenni coinvolte.

La Caramella Buona: “Tutto è iniziato dalla denuncia di una 15enne”
Scrive Roberto Mirabile, presidente de La Caramella Buona: “Una ragazzina quindicenne, reggiana, si era presentata, accompagnata e incoraggiata da una amica, nella sede reggiana della nostra associazione anti pedofilia. La ragazzina ha raccontato fatti mostruosi e fornito all’associazione molto materiale utile alle indagini che sono iniziate quando abbiamo contattato direttamente il tenente Dimichino dei carabinieri di Reggio Emilia”.

“Complimenti ai carabinieri di Reggio per questa importante e difficile operazione – dichiara soddisfatto Roberto Mirabile – e ai magistrati bolognesi coinvolti per competenza. Posso solo dire, per rispettare al massimo l’anonimato delle ragazzine coinvolte, che questo caso di pedofilia presenta diversi aspetti che lo rendono ancora più tragico: l’ambiente in cui si sono svolte, per 17 anni, le violenze, il milione di immagini pedopornografiche sequestrate nel computer del sessantenne arrestato, lo scambio enorme di immagini, molte addirittura truccate con Photoshop e gli abusi sulla bambina disabile. Siamo in presenza di un soggetto assolutamente perverso, finalmente fermato grazie alla concreta collaborazione di diverse realtà ma, vorrei sottolinearlo, grazie soprattutto al coraggio di una ragazzina che un giorno ha bussato alla nostra porta e che oggi chiede giustizia”.

La giovane reggiana, fra le vittime del sessantenne arrestato, nel corso dell’indagine è diventata maggiorenne e ha delegato l’avvocato romano Monica Nassisi della Caramella Buona di tutelarla nel processo che probabilmente verrà celebrato a fine estate.