Figli coppie gay, le associazioni Lgbt: “Qui primavera sindaci”
Arcigay e Famiglie arcobaleno: “Mai come oggi, c’e’ bisogno del sostegno di amministratori coraggiosi che sappiano anteporre i diritti di tutti i cittadini alle questioni di mero opportunismo politico”
REGGIO EMILIA – “La primavera dei sindaci e’ sbocciata anche nella nostra provincia”. Lo affermano l’Arcigay “Gioconda” di Reggio Emilia e l’associazione delle “Famiglie Arcobaleno”, commentando l’iscrizione nell’archivio dell’anagrafe da parte dei Comuni di Reggio Emilia, Castellarano e Scandiano delle dichiarazioni di tre donne omosessuali, che hanno messo nero su bianco la volonta’ di riconoscere come proprio figlio naturale il bambino delle loro compagne.
“Siamo felicissimi di questo importante passo che porta a una tutela maggiore per figli delle famiglie Arcobaleno, che fino ad oggi erano considerati bambini di serie B, e auguriamo alle famiglie tanta serenita’ e gioia”, affermano le associazioni Lgtb. “Ai sindaci Luca Vecchi, Alessio Mammi e Giorgio Zanni va il nostro ringraziamento anche perche’, mai come oggi, c’e’ bisogno del sostegno di amministratori coraggiosi che sappiano anteporre i diritti di tutti i cittadini alle questioni di mero opportunismo politico” dice Marilena Grassadonia, rappresentante delle Famiglie Arcobaleno.
“Sono atti fondamentali soprattutto perche’ ci auguriamo rappresentino l’inizio di un iter di legge che arrivi finalmente a sanare una situazione di disparita’ a oggi inconcepibile”, aggiunge. Le associazioni sottolineano poi: “Non passa settimana che non arrivino, dal Governo e dal ministro Fontana, continui affondi nei confronti delle famiglie arcobaleno, che secondo lo stesso ministro non esisterebbero. Ne’ mancano ogni giorno minacce di eventuali annullamenti degli atti di nascita con due mamme o due papa’. Minacce del tutto infondate perche’ esiste un limite in cui la propaganda si scontra con il diritto, ed e’ quello per cui il Governo non ha alcun potere di intervento amministrativo sugli atti di stato civile”.
La mossa dei sindaci rafforza dunque la speranza che “l’azione futura del Governo non potra’ prescindere da tutta quella giurisprudenza che ha gia’ riconosciuto la legittimita’ delle iscrizioni e trascrizioni anagrafiche con due padri e due madri”. Sul territorio provinciale “ci mettiamo anche a disposizione di tutti i sindaci per incontrarci e portare informazioni e supporto su queste tematiche. E’ questo il tipo di lavoro che Arcigay dovrebbe fare nelle citta’ in cui le famiglie omogenitoriali faticano a trovare spazio ed esitano a esporsi in prima persona” commenta Alberto Nicolini, presidente dell’Arcigay reggiano e candidato alla carica di segretario nazionale dell’associazione.
“Ora piu’ che mai- conclude- agiamo perche’ non solo le famiglie lesbiche e gay esistono, caro Governo, ma faremo di tutto perche’ vengano concretamente accolte con amore nelle anagrafi ma anche negli asili, nelle scuole e nella vita di tutti i giorni”.