Alessandro Napoli: il bomber giramondo ha disfatto le valigie
Mai per più di 2 stagioni con la stessa casacca, da 13 anni gira l’Italia, da Vibo ad Alghero passando per Pisa e Lentigione. L’attaccante originario di Avellino: “A Rolo ho trovato serenità e voglia di restare a lungo, chissà…”
ROLO (Reggio Emilia) – Il più forte attaccante in circolazione, superlativo in Eccellenza, di categoria per la D. Alessandro Napoli, classe 1988, è sulla lista degli acquisti di tutti i dirigenti di calcio del comprensorio. Quando il mercato si apre il nostro attaccante, con la sua solita educazione, si mette a sedere e, con calma, risponde a tutte le telefonate, una ad una, ringraziando tutti per l’interessamento.
Il lupo d’Avellino gira l’Italia da 13 anni, senza mai fermarsi, in questo lungo cammino, iniziato dalla squadra del complesso industriale di Solofra (Avellino), città famosa per le concerie, il bomber ha poi toccato il calcio che conta giocando a testa altissima in C1 e C2, rispettivamente con Manfredonia, Scafatese, Vibonese e Pisa. Senza precedenti la stagione con la Correggese, in Eccellenza, dove segnò 22 gol in 30 partite.
Prima di Rolo, il nostro lupo d’Avellino, ha vestito la maglia di Castelvetro (40 gol in 2 stagioni) e di Lentigione e Fiorenzuola. L’anno scorso, alla prima stagione con il Rolo, segnò una valanga di gol (23 in campionato), guadagnandosi l’affetto della vivace curva biancoceleste. Abbiamo incontrato l’attaccante al Bar Sport per conoscerlo meglio.
Alessandro, tutti si augurano di vederti a lungo con la maglia del Rolo
Questo è il mio secondo anno qui a Rolo, come sai non sono mai rimasto per più di due stagioni in una squadra. Chiaro che oggi, per una serie di motivi, la situazione è diversa. A 30 anni posso dire di aver girato l’Italia, giocando in tante piazze, anche in città particolarmente calorose. Mi piacerebbe restare a lungo a Rolo perché mi trovo bene con la società, inoltre ho legato moltissimo con i compagni, sono tutti miei amici, è davvero bellissimo il rapporto che abbiamo costruito, nulla di più prezioso.
Con chi hai legato di più?
Sono molto legato a Matteo Arati, compagno di mille battaglie. Con lui mi trovo benissimo, è una persona meravigliosa, ragazzo d’oro, giocatore di grandissima qualità. Inoltre è prezioso per lo spogliatoio, negli anni è maturato molto ed oggi ha l’esperienza che serve per dare quel qualcosa in più.
Sei molto legato anche al mitico Cesare Ziliani
Ragazzo che conosco relativamente da pochi anni, ma sembriamo amici da sempre. Una persona unica, sono stato anche al suo matrimonio, quando vado da lui mi sento uno di famiglia. Forse è questa la grande forza di questo Rolo.
Spesso fai coppia con Habib, altro ragazzo bravo a fare spogliatoio
Con lui è meglio andare d’accordo (ride). Scherzi a parte: sono felice di potermi ritenere amico di Habib, ha una forza mentale e caratteriale come nessuno. In lui ci sono tutte le caratteristiche del trascinatore, serve uno così in tutte le squadre.
Però, il calciomercato ti ha portato via la spalla ideale…
Mi è dispiaciuto moltissimo salutare Milos Malivojevic, secondo me è il più forte giocatore del campionato. Non ha nulla a che vedere con l’Eccellenza, è solo di passaggio, gli auguro ogni bene e spero che torni presto dove merita di stare: almeno in quarta serie. Giocare con lui è stato bellissimo, davvero.
Parliamo del campionato, questa Correggese è indomabile
La Correggese è certamente di una categoria superiore, ma a differenza degli anni passati posso dire che il torneo è molto livellato, anche le squadre di bassa classifica giocano bene e mettono in difficoltà le grandi. Vedo molto equilibrio, e questo rende tutto più interessante.
Il diesse Bruini, il presidente Poppi, l’allenatore, i compagni di squadra: tutti vogliono bene al bomber di Avellino. Forse è giunto il momento di disfare la valigia?
Mi piacerebbe moltissimo: ho giocato in tutte le categorie, dai dilettanti fino alla C1. La mia non è propaganda, sono uno molto diretto e trasparente: dico che mi piacerebbe restare a lungo, qui sento una fiducia e una serenità che mai ho trovato in altre squadre. L’allenatore è davvero una persona speciale, predilige il dialogo e il rapporto umano. La società ama il calcio nel modo giusto, senza esagerazioni. I compagni sono unici, compresi i nuovi arrivati. Chissà, l’intenzione è quella di restare a lungo.