“Via Turri, sindaco lasci perdere le tentazioni ruspiste”
Il comitato Reggio Emilia in Comune: “Togliere il requisito di abitabilità alle torri di via Turri vuol dire togliere un tetto e mettere in strada decine di famiglie”
REGGIO EMILIA – Caro signor sindaco, no, non funziona così. Lasci perdere le tentazioni “ruspiste”, non ne gioverà la sua campagna elettorale e neppure la sua credibilità in quartiere. Ormai la frittata è fatta. Siamo stati anche noi in via Turri nei giorni successivi al terribile rogo, unendoci al cordoglio ed al dolore delle famiglie colpite dalla disgrazia.
Con loro e con il resto degli abitanti della zona, abbiamo avuto modo di parlare e confrontarci, raccogliendo la rabbia legittima per le palesi criticià espresse dal quartiere e la pesante e condivisa sensazione di essere stati abbandonati. Questo però non ci porterà mai a giustificare ed applaudire esternazioni alla ‘law&order’ e ad appoggiare le posizioni che lei, sindaco Vecchi, ha espresso. Tuttaltro. Ce ne dissociamo e ne prediamo convintamente le distanze.
Togliere il requisito di abitabilità alle torri di via Turri vuol dire togliere un tetto e mettere in strada decine di famiglie che, come dovrebbe sapere anche lei, hanno già subito nel 2015 il distacco delle utenze per riscaldamento e acqua calda, da parte di Iren. Azione che, coinvolgendo persone morose incolpevoli, ma anche inquilini in regola con i pagamenti, in questi anni non è stata revocata, anzi contro tutto ciò è stato fatto ben poco.
I fondi di cui lei parla andavano indubbiamente trovati ben prima ed investiti nell’acquisto di appartamenti di edilizia residenziale pubblica o destinati a progetti di utilità sociale per il quartiere. Se l’amministrazione avesse realmente lavorato alla realizzazione di almeno una di queste due ipotesi, oggi certamente non ci troveremmo in questa situazione. Il mercato immobiliare – e cioè i multiproprietari, che non vengono mai chiamati in causa, ma di cui tutti sanno i nomi – è l’unico vero attore, in via Turri, che la fa sempre franca.
Si ricordi, signor sindaco, che fino a qualche anno fa, in quel quartiere si investiva in mediazione culturale e condominiale, ma la battuta d’arresto di quegli investimenti è coincisa proprio con l’inizio del suo mandato. Un lavoro di relazione che culminava con la bella festa 167Contatto! che coinvolgeva l’intero quartiere. Quella politica non pretendeva di risolvere tutti i problemi di un quadro tanto complesso, ma aveva indubbiamente la capacità di attivare le risorse del quartiere, stimolando la cooperazione umana e la cura collettiva del bene comune, rappresentato dal luogo in cui si vive.
Oggi questo percorso non c’è più, e lo stimolo alla cooperazione ha ceduto il posto al rancore, alimentato dal senso di solitudine e di abbandono. In un clima del genere, trova terreno fertile e prolifera il consenso spiccio, di cui si nutre la politica propagandista di leghisti ed estrema destra. Terreno che anche lei, con quest’ultima dichiarazione, contribuirà a concimare: la dottrina Minniti che non è servita né il 4 marzo a vincere le elezioni né a rinvigorire un partito distrutto, non le servirà nemmeno in questo caso.
Abbia la decenza di evitare questa tardiva ed inutile rincorsa a destra, ma spenda parole di solidarietà ai suoi concittadini, costretti da ciniche logiche commerciali a vivere senza avere accesso a un servizio necessario come quello del riscaldamento in periodo invernale.
Se proprio vuole rivolgere il suo intervento verso un responsabile, lo faccia verso Iren, un mostro che agisce solo nella logica del proprio profitto e non certo per il bene delle persone, di cui – le ricordiamo – è socio all’8% come Comune di Reggio Emilia: si assuma l’impegno a fornire alle famiglie di via Turri almeno un’utenza minima garantita di gas, poiché compito di un sindaco è proteggere i suoi concittadini e non gli interessi di una maxiutility.
Non intendiamo affatto seguire le velleità disperate di un sindaco privo di idee ed in difficoltà elettorale, e prenderemo sempre netta distanza da ogni ipotesi civica ‘malpancista’ che vorrà cavalcare difficoltà e malcontento per alimentare paura, solitudine e guerra tra poveri, atteggiamento di cui il Cres è un chiaro esempio.
Come Reggio Emilia in Comune sapremo invece sviluppare soluzioni concrete anche in quartieri critici come quello di via Turri, lo faremo insieme a tutte e tutti, perché ognuno possa sentirsi sicuro nella propria casa e nella propria città.