Droga in stazione, arrestati otto nigeriani
Tra loro ci sono anche gli autori dell’aggressione alle Reggiane di ottobre
REGGIO EMILIA – Nuovo colpo inferto dalla Polizia di Reggio Emilia al traffico di droga in citta’, concentrato in questo caso nel cosiddetto “triangolo dello spaccio” della stazione (via Sani, Vecchi e Turri). In carcere sono finiti otto giovanissimi nigeriani, tre dei quali con l’accusa di lesioni aggravate, perche’ responsabili dell’aggressione di altrettanti connazionali avvenuta il 22 ottobre scorso in un capannone delle ex officine Reggiane.
Per altri quattro l’accusa e’ di spaccio mentre un quinto e’ stato arrestato in flagranza di reato, con una modica quantita’ di eroina addosso. L’operazione “Take over” condotta dalla squadra Mobile della Questura, iniziata ad ottobre con le indagini avviate sul giro di stupefacenti nel quartiere della stazione, si e’ poi intersecata con questo fatto di sangue.
L’attenzione della Polizia nell’area si era innalzata dopo aver notato il “ricambio” di capannelli di cittadini di origine magrebina, sostituiti da gruppi di nigeriani, lasciando supporre un’avvicendamento del controllo nel traffico di droga. All’attivita’ investigativa, spiega il capo della Mobile, il vicequestore aggiunto Guglielmo Battisti, sono state “utilissime” le telecamere installate dal Comune.
Gli arresti dei pusher, avvenuti tra mercoledi’ e giovedi’, sono inoltre stati fatti in “differita”, grazie al particolare strumento giuridico autorizzato dalla Procura, di norma usato nelle indagini contro i narcotrafficanti di alto livello, che consente di monitorare piu’ a lungo i sospettati dei reati facendo scattare le manette solo in un secondo momento. Secondo le prime ipotesi investigative avanzate tutte e otto le persone arrestate, di eta’ compresa tra i 21 e i 27 anni, si stavano strutturando in una banda organizzata, tentativo stroncato poi sul nascere.
In questo quadro si inserirebbe anche l’episodio dell’aggressione alle Reggiane, su cui Battisti commenta: “Ci avevano raccontato che si trattava di un fatto di donne. Bisogna pero’ dare atto del fatto che le vittime dell’aggressione si sono fidate della Polizia e si sono rivolti a noi per avere giustizia, a riprova che anche alle Reggiane vige il codice penale italiano”. Un aspetto sottolineato anche dal questore Antonio Sbordone secondo cui, “i controlli costanti nell’area non solo aiutano a identificare piu’ velocemente gli autori dei reati, ma confermano quello che io penso, e cioe’ che alle Reggiane vivono anche persone perbene”.
La Polizia continua ad indagare su una serie di aspetti dai contorni ancora non definiti. In primo luogo sulla provenienza dei nigeriani, tutti cittadini di Uromi nello Stato di Edo. E’ caccia inoltre ai nascondigli della droga, di cui nelle abitazioni degli arrestati, “stanze affittate” in zona stazione, sono stati rinvenuti solo pochi grammi. Secondo Battisti “e’ possibile che lo stupefacente venisse sotterrato nelle zone dove era venduto”.