Immigrati, senza di loro mancherebbe un 9% alle nostre vite
Un interessante video, realizzato dal gruppo scout Reggio Emilia 3, ci mostra qual è il contributo che gli extracomunitari danno al nostro Paese
REGGIO EMILIA – “Come sarebbe la tua vita senza il 9%? Ci sono persone come te che contribuiscono alla ricchezza e allo sviluppo del nostro Paese. Ma tu dai loro l’opportunità di farlo?”. E’ la riflessione che ci introduce a un interessante video in cui il gruppo scout Reggio Emilia 3 ci mostra, con grande ironia, qual è il contributo che gli immigrati danno al nostro Paese, al di là dei luoghi comuni e della propaganda, e cosa accadrebbe se dovessimo farne a meno.
Si parte da un dato economico: ovvero che gli immigrati contribuiscono al Pil italiano per il 9 per cento. Nel video, postato sulla pagina Facebook del Clan Uqbar (RE3), vengono mostrate tutta una serie di situazioni di vita comune in cui, appunto, manca quella percentuale. E così uno arriva a una festa con la sua macchina, ma manca la portiera dal lato guidatore. Uno ordina una pizza e ne manca una fetta. Oppure c’è una ragazza che sorride e le mancano alcuni denti.
Scrivono i ragazzi: “L’Italia fa sempre meno figli e continua ad invecchiare: nel 2050 gli anziani saranno oltre un terzo della popolazione. Negli ultimi anni neanche l’immigrazione basta a compensare questo squilibrio, determinando un calo della popolazione. A oggi i residenti stranieri in Italia sono circa 5 milioni (8,5% della popolazione), mentre i migranti ospitati nei centri di accoglienza sono circa 150mila (0,3%). Da un punto di vista economico, i 2,4 milioni di lavoratori stranieri (oltre il 10% del totale) contribuiscono a produrre poco meno del 9% del PIL nazionale e si rivelano particolarmente numerosi in alcuni settori quali l’agricoltura, la ristorazione, i servizi di assistenza o l’edilizia”.
E ancora: “Per quanto riguarda invece l’impatto dell’immigrazione sulla spesa pubblica, possiamo affermare che i costi dei servizi rivolti a utenti immigrati (sanità, pensioni, scuola, giustizia, ecc..) sono ampiamente coperti dalle imposte e dai contributi previdenziali versati dai contribuenti stranieri”.
Scrivono i ragazzi: “In un’Italia che invecchia non possiamo permetterci di rinunciare alla forza lavoro immigrata, fondamentale in molti settori economici tra cui proprio i lavori di cura degli anziani. Certamente la gestione dell’immigrazione sperimentata negli ultimi 30 anni ha avuto grosse carenze, molte delle quali mostrano oggi i loro effetti, peraltro accentuati dall’effetto della crisi economica. La soluzione però, non può essere quella di tornare ad un’Italia senza immigrati, impossibile da attuare oltre che non conveniente. Piuttosto sarebbe utile lavorare per migliorare i servizi volti all’integrazione sociale ed economica degli immigrati, favorendo la mobilità sociale e la crescita personale e professionale”.
E concludono con un’affermazione che non possiamo che condividere in pieno: “Fatevi una vostra idea, non seguite la massa, ma soprattutto informatevi. L’istruzione è un’arma potente”.