Imprese reggiane, fallimenti in calo
Le procedure scese a 75 (-7) nel 2018: il dato più basso dall’avvio della crisi
REGGIO EMILIA – Dopo la flessione del 2017 è proseguita, anche nel 2018, la frenata dei fallimenti delle imprese reggiane. Sono infatti scese a 75 le procedure fallimentari aperte in provincia di Reggio Emilia nel corso dell’anno appena trascorso, 7 in meno rispetto al 2017, con una flessione dell’8,5%. Per trovare un dato simile bisogna risalire al 2008, quando i fallimenti furono 60, mentre negli anni successivi i saldi si sono sempre mantenuti su livelli anche largamente superiori, con una punta di 167 nel 2013.
Per quanto riguarda il 2018, la decelerazione delle aperture delle procedure fallimentari in provincia di Reggio Emilia, come sottolinea l’analisi effettuata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati del Tribunale di Reggio Emilia, è da attribuire prevalentemente all’industria manifatturiera: in un anno, infatti, i fallimenti sono scesi dai 28 del 2017 ai 22 dell’anno scorso (-21,4%), di cui 9 nella metalmeccanica, che risulta essere il comparto più colpito e in crescita di una unità rispetto al 2017.
Sempre nel manifatturiero sono presenti 3 fallimenti nell’industria dei prodotti di legno e sughero, mentre sono state aperte 2 procedure ciascuno nell’ambito della trasformazione alimentare, in quello della gomma-plastica, nel ceramico, nel tessile-abbigliamento ed elettrico-elettronico.
Nonostante l’evidente decelerazione delle procedure, la manifattura reggiana resta però il comparto in cui si conta il maggior numero di fallimenti; le 22 procedure aperte nel 2018, infatti, rappresentano il 29,3% del totale. Seguono poi le costruzioni con 18 procedure (24% l’incidenza sul dato complessivo) e una lieve crescita rispetto al 2017, quando se ne contavano 17. Il commercio e pubblici esercizi con 15 fallimenti, un quinto del totale, mostra un dato invariato rispetto ad un anno prima.
In lieve flessione sono poi risultate le procedure aperte nel 2018 riguardanti le attività immobiliari, passate da 9 a 8. Per quanto riguarda i fallimenti dei servizi di supporto alle imprese, questi sono stati complessivamente 7 e hanno riguardato i servizi di informazione e comunicazione (attività editoriali, di telecomunicazione e in campo informatico), la consulenza imprenditoriale e amministrativo-gestionale, e attività in ambito turistico.
Infine, sono stati 5 (in lieve aumento rispetto al 2017 quando se ne contavano 4) i fallimenti aperti nel corso dell’anno passato relativi a servizi rivolti alle persone, e hanno riguardato, in particolare, le attività sanitarie, sportive e i servizi per il benessere della persona.