E’ morto Giannetto Magnanini, protagonista del Novecento reggiano
Il funerale si terrà lunedì gennaio. La salma rimarrà in esposizione fino alle 14.30 all’ospedale di Martellago, dove Magnanini è deceduto. Alle 15, la partenza verso l’auditorium comunale
REGGIO EMILIA – È scomparso a 95 anni Giannetto Magnanini, partigiano, dirigente comunista, amministratore, presidente di Istoreco. Magnanini, originario di Reggio, viveva da tempo a Martellago di Venezia, vicino alla sua famiglia. Non aveva mai rotto il legame con la sua città e in particolare con Marola, il paese di Carpineti in cui manteneva una casa e in cui tornava ogni estate.
Quella di Magnanini è una vicenda che porta con sé gran parte del ‘900 reggiano. Operaio alla Lombardini, partigiano della 76a Brigata Sap, dopo la guerra Giannetto Magnanini diventa dirigente prima della FGCI reggiana e poi nazionale, collaborando con il giovane Berlinguer. Tornato a Reggio diventa dirigente del Partito comunista locale.
Nel 1964 è eletto in Consiglio provinciale e nominato capogruppo del PCI. Nel 1969 subentra a Gianetto Patacini come assessore alla Programmazione provinciale. Tra le tante azioni svolte come capogruppo in Provincia è da segnalare il suo impegno per la pubblicizzazione del trasporto su gomma, aprendo la strada anche all’assorbimento delle ferrovie reggiane (CCFR) e alla successiva costituzione del Consorzio provinciale trasporti mettendo a mettendo disposizione dell’allora assessore provinciale ai Trasporti Orlandini le risorse tecniche per la progettazione e la realizzazione dello scalo ferroviario di Dinazzano, che valorizza ancora oggi le linee ferroviarie secondarie per il trasporti merci, in particolare le ceramiche.
Nel 1970 è eletto nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, capogruppo del Pci, e viene nominato presidente della Commissione sanità e sicurezza della Regione. Nel 1980, assume la carica di presidente dell’ACT e, una volta in pensione, diventa presidente di Istoreco, carica che ricoprirà per due mandati rilanciando e qualificando l’istituto.
Giannetto amava raccontare la storia. Tra i tanti titolo che ha pubblicato menzioniamo “Ricordi di un comunista emiliano”, “Egle Gualdi, una vita emiliana”, “Vicolo dei Servi”, “Dopo la Liberazione”, “I comunisti reggiani negli anni sessanta”. Dopo la morte della moglie si era trasferito a Martellago, in provincia di Venezia, per essere vicino alla figlia. Ma Reggio non l’aveva mai dimenticata, perché ogni estate ritornava nella sua amata Marola a trascorrere le vacanze e rivedere i vecchi amici.
Il funerale si terrà lunedì gennaio. La salma rimarrà in esposizione fino alle 14.30 all’ospedale di Martellago, dove Magnanini è deceduto. Alle 15, la partenza verso l’auditorium comunale.
Il cordoglio di Istoreco
La presidente Simonetta Gilioli, a nome del direttivo e dello staff di Istoreco, esprime la vicinanza dell’istituto alla famiglia e ricorda con affetto e gratitudine Giannetto, una delle persone più importanti per la crescita della nostra realtà.
Il cordoglio della Provincia
Con la scomparsa di Giannetto Magnanini la storia reggiana perde un altro protagonista di quella straordinaria stagione del Novecento che, a partire dagli anni Sessanta, ha creato un modello emiliano-romagnolo di welfare che ancora oggi risulta vincente, estendendo ai cittadini numerosi e qualificati servizi nel campo della sanità, dell’istruzione, dei trasporti, della pubblica utilità. Un sistema che non è nato per caso, ma proprio grazie all’intuizione ed all’impegno di tanti amministratori come Giannetto Magnanini, in grado di coniugare la concretezza tipicamente emiliana con un vasto respiro politico e ideale. Di quella stagione, Magnanini è stato protagonista proprio attraverso la Provincia di Reggio Emilia, dove è stato consigliere del Pci dal 1964 al 1970 ricoprendo, dal 6 novembre 1969 sino a fine legislatura, anche la carica di vicepresidente di Franco Ferrari, subentrando a Gianetto Pataccini e rilevandone la delega alla Programmazione provinciale. In quel periodo – a partire dall’acquisizione in blocco delle concessioni di linea della Sarsa da parte della Provincia – Magnanini ha contribuito ad avviare quel lavoro che a metà degli anni Settanta, con l’assessore provinciale ai Trasporti Ermanno Orlandini, porterà alla pubblicizzazione del trasporto su gomma, alla progettazione e la realizzazione dello scalo ferroviario di Dinazzano, alla istituzione da parte della Provincia e di tutti i 45 Comuni reggiani del Consorzio provinciale trasporti nel 1974 e, l’anno dopo, alla creazione dell’Azienda consorziale trasporti (Act), di cui Magnanini è stato presidente negli anni Ottanta. Alla figlia ed alla famiglia di Giannetto Magnanini, di cui ricordiamo anche l’impegno alla presidenza di Istoreco, desidero esprimere il più sentito cordoglio mio personale e di tutta la Provincia di Reggio Emilia.
Il cordoglio della Camera del lavoro
La Camera del Lavoro di Reggio Emilia esprime il proprio cordoglio per la scomparsa, a 95 anni , di Giannetto Magnanini. Fu operaio della Lombardini, dove subì rappresaglie per la propria attività politico-sindacale, fu partigiano della 76a Brigata Sap e dopo la guerra diventò dirigente della FGCI prima a Reggio, poi a Roma.
Tornato a Reggio Emilia diventò dirigente del Partito comunista locale e continuò ad essere un dirigente politico fino al 1980 quando divenne presidente dell’azienda del trasporto pubblico locale. Una volta in pensione ricoprì il ruolo di presidente di Istoreco. Grande amante della storia e della sua ricostruzione collaborò in numerose occasioni con la Camera del Lavoro. Da sempre interessato alle lotte dei lavoratori e del movimento sindacale: per più di 30 anni la sua attività di ricerca storica lo ha portato a collaborare con la Cgil di Reggio Emilia con la quale ha edito numerose pubblicazioni. Tra queste ricordiamo i volumi dedicati alla lotta dei lavoratori delle Reggiane “Gli operai delle reggiane contro il fascismo”; la ricerca sul periodo successivo al 25 luglio, che comprende anche la strage del 28 luglio 1943. E il libro dedicato al primo segretario della Camera del Lavoro “Attilio Gombia, un comunista dimenticato” in cui ripercorreva la sua biografia. Ed altri ancora. Non possiamo non ricordare come il suo rapporto con la nostra Camera del Lavoro sia stato sempre intenso: prima nella sua attività politica e poi quando è diventato ricercatore storico. Anche per questo ai familiari va il cordoglio e l’abbraccio di tutta la Cgil di Reggio Emilia.