Scontro Salati-M5S. La Guatteri: “Conflitto di interessi”. Lui: “Macchina del fango”
Il capogruppo dei pentastellati: “La Edilgest, di cui è amministratore, si occupa di compravendita terreni e fabbricati”. Il candidato del centrodestra: “Fate di tutto per screditarmi”
REGGIO EMILIA – Botta e risposta di fuoco tra il candidato sindaco del centrodestra Roberto Salati e il Movimento 5 stelle, che lo accusa di avere “un conflitto d’interessi da risolvere”. Come spiega la capogruppo in Consiglio comunale dei 5 stelle Alessandra Guatteri, Salati infatti e’ amministratore unico del consorzio edile Edilgest, che ha sede nello stesso indirizzo dello studio fotografico del professionista in viale Monte San Michele.
Costituito nel 2017, il consorzio si occupa di lavori edili non specializzati, ma l’oggetto sociale comprende anche la compravendita di terreni e fabbricati. Attivita’ questa, dice Guatteri, “che lo pone in un conflitto d’interessi con attivita’ amministrative. Ogni proposta politica in campo edilizio lo vede direttamente interessato in quanto amministratore unico di questo consorzio”. In aggiunta, la societa’ Edilgest, come pure i suoi associati (diversi sono muratori di origine calabrese e stranieri) risultano non aver richiesto l’iscrizione alla white list della Prefettura.
Accuse a cui Salati, sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, reagisce duramente in un post su Facebook. “Ho deciso di candidarmi per fare il bene della nostra citta’ e anche se non facevo politica non sono nato ieri e mi avevano avvertito che sarebbe partita la macchina del fango”, scrive. “Questa volta si puo’ realmente cambiare questo Comune e il Pd fara’ di tutto per screditarmi, questo non mi turba. Mi dispiace invece per gli associati al consorzio edile che amministro perche’ da oggi il loro essere calabresi o rumeni o albanesi li fa etichettare come possibili pericolosi malavitosi”, aggiunge Salati.
Alle dipendenze della Edilgest ci sono “padri di famiglia che lavorano duramente con sudore e fatica fisica e l’ultima cosa che volevo era far infangare il loro nome e cognome da parte di chi, fino agli arresti del processo Aemilia, urlava che Reggio aveva gli anticorpi”. Insomma “la maleducazione di voler additare migliaia di reggiani come possibili ‘ndranghetisti solo per il loro ‘cognome’ di origine calabrese, non la posso e voglio tollerare”.
Nel merito il candidato puntualizza poi: “Il consorzio, che ha solo un anno di vita, non ha richiesto l’iscrizione nella white list semplicemente perche’ per i lavori svolti ad oggi dagli associati non e’ servito, se in futuro ci saranno appalti che lo richiederanno sara’ semplicemente richiesto”. Rispetto “all’insinuazione infondata e ingiusta” del conflitto di interesse, invece, Salati rassicura sul fatto che “da mesi sto organizzando il passaggio della mia presidenza ad altro imprenditore, al fine di consentirmi di svolgere al meglio il mandato, una scelta non presa a cuor leggero ma frutto di una decisione meditata con la mia famiglia che mi sostiene in questa nuova esperienza”.
Conclude quindi l’aspirante sindaco del centrodestra: “Spero veramente che questo clima di tensione venga ricondotto ad un piano di scontro politico, anche duro, ma che non etichetti migliaia di cittadini come onesti o ‘ndranghetisti, rossi o neri o altro ancora, distinzioni che lascerei a chi ha i mezzi per farlo, la magistratura e la storia. Io mi impegnero’ da sindaco per togliere questo velo di opacita’ e di allusione che oggi si respira all’interno degli uffici e nello stesso Pd, per rivedere una Reggio con nuove forze e voglia di fare”.