Tricolore, Bonaccini: “Non cimelio, ma simbolo vivo”
Il sindaco Vecchi: “Quella bandiera e’ un punto di riferimento morale dell’unita’ d’Italia”
REGGIO EMILIA – “Non e’ un cimelio, il Tricolore, ma un simbolo vivo. Di liberta’, di democrazia e dignita’, principi che stanno alla base di ogni convivenza civile”. Parola del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intervenuto questa mattina a Reggio Emilia alla festa per il 222esimo anniversario della nascita della bandiera nazionale. “Dobbiamo tenerci cari questi principi, dobbiamo difenderli e tramandarli a chi verra’ dopo noi”, continua il governatore, ammonendo poi: “E questo vale per tutti, perche’ cio’ che sta alla base della nostra Carta Costituzionale, e il Tricolore ne e’ uno dei simboli. riguarda ogni cittadino della Repubblica”.
Per il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi “Quella bandiera e’ un punto di riferimento morale dell’unita’ d’Italia. E’ sempre bene ricordarlo, specie, in un paese in cui la ricerca di simboli e riferimenti unitari non e’ un esercizio semplice e naturale”.
Nel “1797 – ricorda il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni – i rappresentanti della Repubblica Cispadana si ritrovarono una societa’ piena di frammentazioni, di divisione e incertezze sul futuro. Dal Tricolore diedero vita alla storia della nostra Repubblica. Decisero di farlo in un modo diverso rispetto al passato, un modo piu’ difficoltoso, ma migliore: decisero di farlo insieme”. Dunque, e’ l’auspicio di Zanni, “che il 7 gennaio non sia soltanto una data da celebrare, ma possa riscoprirsi una giornata, per tutti gli italiani, di riscoperta degli ideali che sottendono quel Tricolore”.
L’unione degli ufficiali in congedo di Lugo di Romagna, interviene intanto a evidenziare che il Tricolore, vessillo della repubblica Cispadana nata a Reggio Emilia il 7 gennaio del 1797, ha il suo “padre legale”, nel loro concittadino Giuseppe Compagnoni, che da membro del congresso della Repubblica Cispadana “ideo’, propose e fece promulgare” la bandiera.
Infine a giudizio di Francesco Fantuzzi, portavoce dell’associazione Reggio Citta’ aperta, le celebrazioni di questa mattina hanno registrato “una festa, purtroppo, ancor piu’ grigia del passato, tra transenne, scorte e autorita’ senza autorevolezza, e soprattutto poca gente”.
Il “primo Tricolore- aggiunge Fantuzzi- dovrebbe diventare un’icona da esporre in tutti i negozi del centro storico in via permanente, non solo il 7 gennaio, assieme a un opuscolo informativo che riassuma e promuova, finalmente, le nostre eccellenze turistiche e culturali”.