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I laici: “No all’indifferenza sull’attacco ai diritti civili”

3 febbraio 2019 | 11:40
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I laici: “No all’indifferenza sull’attacco ai diritti civili”

Giornate della laicità e Iniziativa Laica: “Bisogna mobilitarsi per restituire coraggio e determinazione a quella grande fetta di paese che vuole una società aperta accogliente e solidale”

REGGIO EMILIAPossono rimanere indifferenti – Giornate della laicità e Iniziativa Laica – al clima che si è instaurato nel nostro Paese? Un Paese pervaso da paura e rancore. Da razzismo e attacchi ai diritti civili e di libertà. Dalla criminalizzazione dell’immigrazione accompagnata da odio e disprezzo verso il volontariato che si impegna per il salvataggio di vite umane e l’accoglienza. Dal risorgere di culture patriarcali, misogine, sessuofobe, come pure da una servile obbedienza di parte consistente del popolo italiano al despota di turno.

No. Non possiamo essere indifferenti. E questo per i valori che ci ispirano. Per la difesa e applicazione della nostra Carta costituzione, frutto della Resistenza e della lotta antifascista. Per le conquiste politiche, sociali e culturali da cui sono scaturiti gli apporti ideali che in una storia plurisecolare hanno plasmato la vita collettiva di noi europei.

Ci riferiamo cioè non soltanto ai valori per i quali siamo nati: laicità, autodeterminazione, libertà di scelta, diritti civili e di libertà. Ma anche ai principi, improntati alle leggi dell’umanità, delle Carte europee e della nostra Carta costituzionale: diritti umani, uguaglianza, democrazia, costituzionalismo, razionalismo, pluralismo.

Costituzione italiana la cui concreta applicazione, peraltro, dovrebbe essere il vessillo principale delle forze che intendono contrastare le incombenti derive autoritarie, il sovranismo, la xenofobia del nostro paese.

Per questo condividiamo e abbiamo aderito a varie iniziative che denunciano l’attuale situazione come particolarmente pericolosa e foriera di sviluppi ancora peggiori, e conseguentemente invitano la cittadinanza alla mobilitazione. Come, a titolo di esempio: la manifestazione reggiana “Italia che resiste. Il ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto ‘sicurezza’ di vari Presidenti di Regione e la disobbedienza civile di importanti Sindaci. La manifestazione sindacale nazionale indetta per il 9 febbraio. L’appello di People “Prima le persone” promosso da numerosissime e importanti associazioni del volontariato per una manifestazione nazionale il 2 marzo a Milano. Ma anche la presa di posizione dello scrittore Andrea Camilleri “Non in mio nome”. O la splendida dichiarazione dello studente nel corso della recente visita al campo di sterminio di Auschwitz

Si tratta di eccessivo allarmismo? Pensiamo di no. Perché siamo preoccupati dagli eserciti di haters scatenati in rete e pronti ad insultare e deridere chiunque richiama l’umanità calpestata. Preoccupati che dalle indagini di Ilvo Diamanti risulti che “Per il 58% serve un uomo solo al comando. Gli italiani vogliono il leader forte e piace la democrazia senza partiti”. Ma anche che “In Italia il 35% degli elettori sono d’accordo” con i porti chiusi.

Perché è realistico quanto sostiene il sociologo Domenico De Masi nel recente articolo dal titolo “La sinistra va lentissima, e invece la Lega corre, l’Italia è a rischio Brasile”. Dove sostiene che il leghista (personalità autoritaria con manie di machismo e dall’amore infantile per le divise) si è mangiato il M5S, cita apertamente il linguaggio fascista (‘molti nemici, molto onore’) e presto prenderà Palazzo Chigi.

Perché siamo convinti che occorra mobilitarsi – che siano necessari un “patto per l’alternativa e una costituente popolare” proposti da alcune forze – per restituire coraggio e determinazione a quella grande fetta di paese che vuole una società aperta accogliente e solidale.