Affidi minori, un operatore: “Quelli extrafamiliari erano 20 e non 100 nel 2016”
“Si è generalizzato molto in questi giorni sugli affidi. Per chi non è del settore se legge che ci sono stati 104 affidi nel 2016, pensa a 104 bambini strappati alle loro famiglie”
REGGIO EMILIA – “I bambini in affido extra familiare, su tutto il territorio, erano circa 20 nel 2016 e 16 nel 2015”. Lo dice a Reggio Sera un operatore dei servizi sociali della val d’Enza che preferisce mantenere l’anonimato e che, tuttavia, vuole fare alcune precisazioni al nostro articolo “Val d’Enza, la terra dei bambini in affido: oltre 100 in due anni e mezzo“.
Dice l’operatore: “Si è generalizzato molto in questi giorni sugli affidi. Per chi non è del settore se legge che ci sono stati 104 affidi nel 2016, pensa a 104 bambini strappati alle loro famiglie. In realtà i bambini in affido extra familiare, su tutto il territorio, non erano più di 20 nel 2016, mentre nel 2015 erano 16”.
Il nostro servizio aveva riferito, prendendo come fonte un documento dell’Unione comuni della val d’Enza, di oltre cento minori dati improvvisamente in affidamento, dal 2016 fino a metà 2018, dai servizi sociali della Val d’Enza, mentre nel 2015, secondo quel documento, non comparivano affidamenti.
Invece secondo un documento fornitoci dall’operatore, relativo ai corsi preparazione con le famiglie che erano disposte a prendere in affido dei bambini, che si sono svolti fra fine dicembre 2015 e gennaio 2016 nella sede del Servizio Sociale Integrato dell’Unione val d’Enza, a Barco di Bibbiano “nel 2015, fino al mese di novembre, nel territorio della val d’Enza sono stati dati in affido 16 minori a tempo pieno, 31 part-time e 12 in affido parentale. Oltre a questo ci sono stati 4 affidi di minori stranieri non accompagnati, 20 di minori accolti nella struttura App di Montecchio, 14 di minori accolti nella struttura Apperò di Gattatico e 3 in affido a domicilio”.
Quindi, finalmente, emerge il numero del 2015 che mancava nel documento dell’Unione. I bambini in affido, anche nel 2015, erano un centinaio, dunque, in tutto, ma con modalità differenti, dato che solo 16 di loro erano a tempo pieno in famiglie.