Zingaretti: “Escluso accordo con il M5s”. Renzi minaccia di fondare il suo partito Azione Civile: “Esecutivo istituzionale, viene prima l’Italia delle correnti”.
ROMA – Mentre Matteo Salvini continua a spingere per andare al voto il prima possibile, ribadendo la sua teoria di un possibile accordo tra Dem e M5s in vista delle elezioni, il segretario del Pd Nicola Zingaretti smentisce l’ipotesi di un’alleanza con i grillini e invita il Pd ad essere unito. “Il Governo ha fallito, noi non temiamo il voto. Proponiamo una visione alternativa per l’Italia e vogliamo parlare di lavoro, scuola, sanità, investimenti e non di accordicchi“, scrive il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sulla sua pagina Facebook.
L’ex segretario Matteo Renzi però non vuole il voto (a differenza dei vertici del Pd, il Parlamento è pieno di renziani che con nuove elezioni andrebbero a casa) e tiene sotto scacco Zingaretti: è pronto alla scissione e prepara il suo partito “Azione civile” e la spaccatura dei gruppi Dem alla Camera e al Senato. Così davanti a questa ipotesi nel Pd zingarettiano (prevalente fuori dal parlamento) si affaccia l’idea di un “governo di legislatura” con i grillini – un accordo che piacerebbe all’Europa e al Quirinale – che duri fino al 2022. Per Salvini sarebbe il delitto perfetto: dopo aver fatto cadere il Governo, si laverebbe le mani da una manovra “lacrime e sangue” e potrebbe dalla minoranza continuare a fare opposizione, facendo crescere i propri consensi. Col voto subito, la Lega diventerebbe il partito di maggioranza relativa.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, per fortuna nei passaggi ci guiderà la saggezza e l’autorevolezza del Presidente Mattarella– dichiara Zingaretti all’Huffington Post-. Ma queste sono le mie opinioni, ne dovremo discutere senza demonizzare idee diverse, senza accuse o invettive perché davvero siamo in una fase difficile nella quale c’è e ci sarà bisogno del contributo di idee e di lavoro di tutte e di tutti. Se concordiamo sul pericolo Salvini il primo assoluto bene da preservare è l’obiettivo dell’unità. Ma il primo passaggio per costruire l’unità è evitare di instillare veleno tra noi: non si dica chi sostiene queste idee è per far fuori qualcuno, perché ripeto gli avversari io li ho sempre considerati e li considero fuori di no”.
Dello stesso avviso l’ex ministro Dario Franceschini che su Twitter scrive: “Dopo l’intervista di @matteorenzi invito tutti nel Pd a discutere senza rancori e senza rinfacciarsi i cambiamenti di linea. Io lo farò. Anche perché in un passaggio così difficile e rischioso, qualsiasi scelta potrà essere fatta solo da un Pd unito e con la guida del Segretario”.
L’ex premier Renzi dal canto suo auspica invece un governo istituzionale che permetta di evitare l’aumento dell’iva. “Prima mettiamo in sicurezza il nostro meraviglioso Paese evitando aumento IVA e crisi finanziaria, poi campagna elettorale e che vinca il migliore”, scrive su twitter.
“Davanti alla forzatura istituzionale di Matteo Salvini, il Parlamento ha due strade: assecondare Capitan Fracassa e andare al voto, come vuole lui e quando vuole lui, oppure creare un Governo NoTax che eviti l’aumento dell’IVA e scongiuri il rischio dell’uscita dall’Euro. Io non ho dubbi. Ho molti motivi di risentimento personale contro chi in questi mesi mi ha attaccato e insultato, a cominciare dai Cinque Stelle. Ma la politica si fa cercando il bene comune, non inseguendo le ripicche personali– spiega Renzi su Facebook-. E l’Italia viene prima delle correnti di partito. In Parlamento ciascuno di noi dovrà votare: io sono convinto che ci sia una maggioranza per un Governo Istituzionale che salvi l’Italia. Chi dirà NO, si assumerà la responsabilità davanti al Paese di consegnare alla destra estremista il futuro dei nostri figli. Ma la partita contro Salvini oggi si gioca nei luoghi istituzionali della Politica, non inseguendo il populismo di chi governa la nostra sicurezza tra cubiste e mojito. Si vota in Parlamento, non in spiaggia. I miei colleghi e io saremo chiamati a votare. E ciascuno risponderà delle proprie scelte. Ne ho parlato oggi al Tg5″.
“Matteo Salvini ha aperto la crisi. Il Governo populista ha fallito e messo l’Italia in ginocchio e ora scappano per paura della manovra finanziaria perché non sanno cosa fare. Avevano promesso una rivoluzione hanno combinato un disastro: l’Italia ha crescita zero, è esplosa la cassa integrazione, la produzione industriale cala e il debito pubblico è deflagrato. L’Italia nel mondo è isolata come non mai e non contiamo più niente. Non ci sono i soldi per fare la manovra economica. Il rischio è fare nuovi debiti, o nuovi tagli, o nuove tasse. Hanno paura di ammettere i loro errori e scappano. Non è solo la fine di un Governo, è la sconfitta del populismo al Governo. La cultura dell’odio e del rancore ha fallito, non è la soluzione”, aggiunge il segretario del Pd, che spiega: “Salvini ora chiede le elezioni. Tutto il Partito Democratico in questi lunghi mesi ha escluso con toni diversi qualsiasi ipotesi di accordo con il Movimento 5 stelle. Io sono stato accusato ingiustamente, per mesi, di essere il fautore di questo progetto nascosto. Ricordo, non per polemica ma per ricostruzione storica, il rifiuto assoluto anche solo di voler discutere di questo tema. In molti casi si è arrivati a teorizzare che in realtà con Lega e 5 stelle ci si trovasse di fronte a due destre, due facce della stessa medaglia entrambe pericolose e illiberali da sconfiggere. Ho combattuto con tutte le mie forze questa analisi che però ha sicuramente contribuito a ridurre i margini di manovra della nostra iniziativa politica”.
“Ho ben chiara la minaccia rappresentata dall’iniziativa di Salvini, addirittura per la tenuta della democrazia liberale, ma il sostegno a ipotesi pasticciate e deboli, non illudiamoci, ci riproporrebbe ingigantito lo stesso problema tra poche settimane- aggiunge- Di fronte a una leadership della Lega che tutti giudichiamo pericolosa e che si appella al popolo in maniera spregiudicata è credibile imbarcarsi in un esperienza di Governo Pd/ 5 stelle (perché di questo stiamo parlando) per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni? Su cosa? Nel nome della salvaguardia della democrazia? Io con franchezza credo di no. E’ forte dire nel nome della democrazia non facciamo votare? Ho anzi il timore che questo darebbe a Salvini uno spazio immenso di iniziativa politica tra i cittadini. Griderebbe lui allo scandalo. Daremmo a lui la rappresentanza del diritto dei cittadini di votare e decidere. Davvero allora i rischi plebiscitari sarebbero molto seri”.
“Occorre dunque prepararsi con coraggio e passione alla battaglia politica– conclude- Non dobbiamo avere paura ma proprio nel nome dei rischi per la democrazia dobbiamo chiamare alla mobilitazione gli Italiani. Dobbiamo sì lanciare un allarme generale non per chiuderci ma per combattere strada per strada in ogni angolo del Paese la battaglia più dura. Loro, Salvini, in primis, hanno fallito e per questo scappano. Ha provocato una crisi che è già costata miliardi di euro bruciati nella speculazione. Salvini è caduto per una overdose di bugie che non sa più gestire. Occorre una nuova visione e un nuovo programma e su questo chiamare a raccolta il Paese migliore. Senza egoismi o personalismi. Dobbiamo unire culture, esperienze, forze politiche ,sindaci amminsitratori, le forze intellettuali in una proposta nuova e combattere tra e per le persone. Non credo ci siano scorciatoie. Per salvare e cambiare l’Italia: una rivoluzione green dell’economia, investimenti per le infrastrutture, scuola e sanità per creare lavoro. L’Italia è più bella e più forte di quello che abbiamo visto in questi mesi e noi abbiamo il compito e il dovere di organizzarla e impegnarci con passione per farla vincere. Dovremo trovare insieme la persona che meglio sappia rappresentare questa ricchezza e sostenerla con tutte le nostre forze perché l’Italia questo si aspetta da noi. Salvini non è affatto imbattibile: a dimostrarcelo sono stati ancora poche settimane fa degli straordinari Sindaci che lavorando con passione hanno vinto. Ritroviamo questo spirito e combattiamo per un Italia verde, giusta e competitiva. Contro un progetto dell’odio che ha prodotto tanti disastri dobbiamo contrapporre come è stato suggerito una rivoluzione della speranza”.
(Agenzia Dire)