In azione anche l’Fbi e le squadre speciali Swat. E’ stato arrestato un ragazzo di 21 anni vicino all’ideologia suprematista bianca. Aveva postato su internet il suo manifesto: “Gli ispanici stanno invadendo il Texas”.
EL PASO, TEXAS (USA) – Almeno venti persone uccise, tra cui molti bambini, e oltre 26 ferite in quella che potrebbe essere la peggiore strage mai avvenuta in Texas. Il movente sarebbe l’odio razziale verso gli ispanici. E’ successo ieri a El Paso, attorno alle ore 10 del mattino (ore 20 italiane), nel supermercato della catena Walmart presso il centro commerciale Vista Cielo. Un giovane, poi arrestato, si è avvicinato al Walmart imbracciando un fucile automatico da guerra Ak47 (il mitragliatore detto anche kalashnikov) e ha sparato all’impazzata sulla folla. Cuffie sulle orecchie per proteggersi dal rumore degli spari, t-shirt nera, pantaloni chiari ha aperto il fuoco su tutti coloro che gli si paravano davanti sia fuori che davanti al centro commerciale. Secondo l’emittente Ktsm i morti sarebbero 22, secondo Cnn sarebbero 20 (stima alle ore 2,46 italiane).
Il centro commerciale il sabato mattina era pieno di persone; trovandosi a poca distanza dal confine con il Messico, è molto frequentato da famiglie messicane della zona Ciudad Juarez che il sabato si spostano negli Usa per fare shopping.
Sul posto sono arrivante numerose agenzie, tra cui la polizia del dipartimento dello sceriffo locale, agenti dell’Fbi, e le squadre speciali Swat. E’ stato preso vivo il 21enne Patrick Crusius, di Allen, cittadina texana, sobborgo nord di Dallas. Non si conoscono ancora i dettagli della cattura.
Il presidente Donald Trump ha twittato di essersi messo in contatto con il Governatore del Texas, assicurandogli tutto il supporto necessario da parte delle autorità federali.
Il ragazzo sarebbe l’autore di un messaggio razzista pubblicato nei giorni scorsi sul web, in cui vengono di fatto illustrate le ragioni della strage: l’odio razziale verso gli ispanici, che a suo avviso starebbero invadendo il Texas. Il testo è ora al vaglio degli inquirenti; conterrebbe anche riferimenti alla strage commessa il 15 marzo scorso in Nuova Zelanda da un 28enne australiano, Brenton Harrison Tarrant, politicamente convinto delle tesi del suprematismo bianco come quella del “Grand remplecement” (la “grande sostituzione” dei bianchi). Nell’attacco a due moschee vennero uccise 50 persone e oltre 40 furono ferite. Il ragazzo texano on line scriverebbe di essersi ispirato proprio a Tarrant, scagliandosi poi sia verso i Repubblicani di Trump che verso i Democratici. Il suo manifesto è “una risposta all’invasione ispanica del Texas: loro sono quelli che istigano e non io. Io sto semplicemente difendendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata da un’invasione”.
Patrick Crusius sarebbe l’unico responsabile della strage.
Quando Crusius è entrato in azione nel centro commerciale, la polizia ha twittato alla popolazione di non uscire di casa e di stare lontano dalla zona del centro commerciale, che è stata transennata. Inizialmente non si sapeva quante sparatori fossero in azione e dove si trovassero di preciso. Numerose persone sono riuscite a scappare fuori dal centro commerciale, mentre altre cercavano scampo nei bagni e nei camerini di prova dei negozi. Alcune immagini registrate con telefonini mostrano persone terrorizzate correre nei corridoi per mettersi in salvo. Vari commessi del Walmart hanno parlato di scene di panico, con donne con bimbi in braccio e famiglie che scappavano dallo sparatore.
I feriti sono stati ricoverati in numerosi ospedali della zona, ed è stato istituito un centro per la riunificazione delle famiglie i cui componenti, nel fuggi-fuggi durante la sparatorie, si erano persi di vista.
Solo sabato scorso, in California si era verificata un’altra strage legata a motivi razziali: un 19enne di origini italo-iraniane, simpatizzante dell’ideologia suprematista, ha sparato sulla folla al Gillroy Garlic Festival e ha ucciso tre persone, tutti giovanissimi: un bambino di 6 anni, un’adolescente di 13 e un ragazzo di 25.