Inchiesta affidi, Carletti rimane agli arresti domiciliari

3 agosto 2019 | 13:21
Share0
Inchiesta affidi, Carletti rimane agli arresti domiciliari

Respinta anche la seconda richiesta di revoca degli arresti domiciliari per il sindaco (sospeso) di Bibbiano, indagato per il reato di abuso d’ufficio

REGGIO EMILIA – Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti rimane agli arresti domiciliari. Il giudice delle indagini preliminari di Reggio per la seconda volta ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dall’avvocato difensore Giovanni Tarquini.
Carletti è indagato per abuso d’ufficio (e non per i reati che interessano direttamente i bambini dati in affido) ed era stato arrestato il 27 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni” del sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi. Il giudice delle indagini preliminari ha di nuovo ritenuto che i domiciliari siano la misura adeguata per l’esponente politico, nonostante l’indagine sia in una fase avanzata. Era stata revocata l’analoga misura per lo psicoterapeuta Claudio Foti, mentre restano ai domiciliari sua moglie Nadia Bolognesi e la responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, le altre due maggiori indagate dell’indagine.

L’avvocato Tarquini ha commentato amareggiano che “sono stati del tutto ignorati gli elementi oggettivi illustrati e documentati in modo esaustivo ed articolato nella memoria difensiva a supporto della totale estraneità del mio assistito dai reati contestati e della richiesta di revoca della misura cautelare”. Il difensore ritiene che ci sia “un pregiudizio di fondo” ma anche “una preoccupante mancanza di serenità che si riflette sul percorso dell’accertamento giudiziario” e anche sulla decisione di non revocare gli arresti a Carletti. Parla anche di uno “stravolgimento della realtà dei fatti e una palese confusione dei ruoli e delle competenze di amministratori e tecnici”.

Tarquini annuncia anche che presenterà delle denunce contro persone che hanno minacciato il suo assistito, il quale pur sentendosi vittima di una grave ingiustizia intende affrontare la vicenda con la schiena dritta, a testa alta e con grande dignità.