Scontro sulla sanità, Vinci querela Bonaccini
Il deputato della Lega non ha gradito le dichiarazioni del governatore uscente, ricandidato, Stefano Bonaccini, a commento dell’intervista rilasciata dal segretario emiliano del Carroccio a Telereggio
REGGIO EMILIA – Lo scontro sulla sanità fra il governatore ricandidato alla guida della Regione, Stefano Bonaccini, e il deputato della Lega, Gianluca Vinci, finisce in una querela che il segretario emiliano del Carroccio ha sporto questa mattina e ha mostrato sul suo profilo Facebook.
Ha scritto Vinci su social network: “Bonaccini pubblica sul suo profilo una fake news creata con un copia incolla di parti di una mia intervista distorcendone il significato. Complimenti al governatore ‘uscente’ per questa ennesima dimostrazione del fatto che è in estrema difficoltà. Cerca di far credere a chi vede il video che in Emilia-Romagna la Sanità sia gratuita mentre in Lombardia sia a pagamento. Bonaccini sai la differenza tra sanità pubblica e privata? Pensi veramente che in Lombardia la gente sia costretta a pagarsi le cure mediche? Uno così ha governato la nostra regione per 5 anni, è ora di cacciarlo”.
Bonaccini aveva commentato così sulla sua pagina Facebook l’intervista del segretario della Lega Emilia, Gianluca Vinci, andata in onda su Telereggio: “Il segretario della Lega Emilia ci spiega il loro progetto per la sanita’ in Regione: privatizzazione del 50% dei servizi. Dice inoltre che il loro programma e’ stato scritto con i presidenti di Lombardia e Veneto. Apprezzo la sincerita’ e ribadisco la differenza radicale con la nostra idea di servizio sanitario regionale: per noi deve essere e rimanere a larga maggioranza pubblico, universalistico e assicurare a tutti le migliori cure, senza distinzione tra ricco e povero. E visto che la nostra sanita’ risulta anche la piu’ efficace e la piu’ efficiente del Paese, non c’e’ nemmeno una ragione economica per sposare altri modelli. Ho grande rispetto per Lombardia e Veneto, ma preferisco l’Emilia-Romagna e il futuro di questa Regione vogliamo scriverlo noi emiliano-romagnoli”.
Parole che, evidentemente, non sono state gradite dal deputato del Carroccio che ora ha sporto querela.