Reggio ai tempi del Coronavirus: negozi e bar chiusi, il mercato è semideserto
Incassi in calo del 70% nei mercati e di almeno il 30% nei caffè: la poca gente che entra disinfetta tutto per precauzione. Un ambulante: “I clienti hanno paura ad avvicinarsi”
REGGIO EMILIA – Incassi in calo del 70% nei mercati e di almeno il 30% nei bar. Negozi e bar chiusi. Poca gente fra le bancarelle e quella che c’è, a detta degli ambulanti, ha paura ad avvicinarsi. Bar mezzi vuoti con i clienti che entrano e disinfettano tutto. Benvenuti in una giornata di mercato a Reggio Emilia ai tempi del Coronavirus.
Un’ambulante di Piazza Martiri del 7 Luglio ci racconta: “E’ tutto molto triste, mancano i commercianti. Abbiamo perso incassi per il 70-80 per cento. Un po’ di gente c’è, ma molti guardano e basta e stanno anche parecchio distanti. Hanno paura ad avvicinarsi. C’è molta, molta preoccupazione”.
Un signore che viene da Bologna e vende vestiti ci racconta: “C’è pochissima gente rispetto al solito. Stimo, per la mia attività, un calo di almeno il 70 per cento. Ci auguriamo che con il sole e il bel tempo tutto torni alla normalità. La gente? Nessuno parla. Tutti hanno la loro angoscia, ma se la tengono dentro”.
I bar intorno alla piazza sono tutti chiusi, anche se c’è da dire che molti sono gestiti da cinesi che hanno preferito, di questi tempi, andare in ferie. All’ingresso della Camera di commercio si legge un cartello che recita: “A causa dell’emergenza Coronavirus, l’accesso agli sportelli è regolamentato dal personale interno”. Un bar sotto i portici annuncia che terrà chiuso fino all’8 marzo. Il caffè Cavour resterà chiuso fino al 9 marzo e fino al 7 l’Antico caffè del teatro.
In via Crispi c’è un negozio che ha preferito chiudere per ferie e c’è un bar che riporta, all’esterno, le disposizioni del decreto ministeriale che richiedono la distanza di un metro fra le persone. La via Emilia è semideserta e pure il bar che dà su piazza del Monte è chiuso fino al 6 marzo.
Arriviamo in piazza San Prospero e sotto Broletto e la scena è la stessa. Ci sono poche persone e poche bancarelle. A mezzogiorno stanno già tutti smobilitando. Sotto Broletto entriamo alle Terme del Colesterolo e intervistiamo il Cocco, un personaggio molto conosciuto a Reggio. Ci dice: “Gli affari sono calati di un buon 60 per cento. Il centro storico, specialmente alla sera, è completamente vuoto. La gente viene con il disinfettante e con le mascherine e pulisce tutte le zone che tocca. Altri, invece, scherzano. Diciamo che dipende da persona a persona”. E ammette: “Questo coronavirus ha messo in crisi parecchi di noi”.
C’è poca gente e aria di smobilitazione anche al mercato di piazza Prampolini. Il Caffè Europa è aperto, ma un cartello esterno chiede ai clienti di non sostare a lungo all’interno del locale dopo la consumazione, raccomanda l’utilizzo del gel antisettico all’ingresso e annuncia che è sospeso il servizio di lettura dei quotidiani. Torniamo verso il teatro Ariosto attraversando un isolato San Rocco completamente deserto. Con il teatro chiuso ha calato il sipario pure sulla trattoria a fianco. Un cartello annuncia che riaprirà il 7 marzo.
Mentre torniamo verso il parcheggio vediamo un cartello che annuncia: “Contro il Coronavirus, gnocco fritto”. Strappa un sorriso e la consapevolezza che, anche in momenti difficili come questo, ai reggiani è rimasta l’ironia e il gusto per la buona tavola. Meno male.