Coronavirus, la macchina della solidarietà di Caritas e parrocchie
La mensa di via Adua prepara 350 pasti al giorno, mentre 1.500 pacchi alimentari sono consegnati settimanalmente a 2mila famiglie. Il direttore Rinaldi: “La cosa più bella è la collaborazione con le tante realtà sul territorio”
REGGIO EMILIA – Ben 350 pasti al giorno. Per non parlare dei 1.500 pacchi che, settimanalmente, vengono consegnati a circa 2mila famiglie sul territorio di tutta la diocesi. Una macchina di solidarietà che viene alimentata dal lavoro di una quarantina di volontari alla mensa della Caritas di via Adua e di centinaia di altre persone su tutto il territorio. E’ l’altra faccia dell’emergenza Coronavirus che fa emergere, nei momenti di difficoltà per la comunità, la voglia di unirsi e di aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà: i senzatetto e le famiglie povere. Siamo andati alla mensa Caritas di via Adua a vedere come funziona questa macchina.
Uno dei volontari è Chiara Spaggiari che racconta a Reggio Sera: “La mensa è gestita dalla Caritas diocesana e, al momento, è l’unica aperta delle tre sul territorio (ci sono anche la mensa del vescovo e quella dei Cappuccini, ndr) per fare sì che le persone si spostino il meno possibile. La cucina è gestita dalla protezione civile e la preparazione delle borsine viene fatta da dipendenti diocesani e volontari. Gli approvvigionamenti sono garantiti dal Banco alimentare e dalle aziende del settore alimentare che donano prodotti. Prepariamo 350 pasti al giorno tra pranzo e cena per le persone senza fissa dimora e facciamo consegna a casa di prodotti alimentari alle famiglie sul territorio”.
Ma in campo, oltre ai volontari della Caritas, ci sono anche quelli della Protezione civile. Alessandro, del gruppo Tricolore, ci racconta: “Siamo qui a supportare la Caritas per fornire pasti alle persone in difficoltà”.
Isacco Rinaldi, direttore della Caritas diocesana, dice a Reggio Sera: “L’unica mensa aperta oggi è questa in via Adua che ci permette di rispettare tutti gli standard sanitari e legali. I numeri sono molto cresciuti. Forniamo circa 350 pasti al giorno fra pranzo e cena. Li diamo alle persone senza fissa dimora che vengono a prenderli e li portano via. Poi riforniamo i dormitori che sono rimasti aperti anche dopo l’inverno e che, ora, fino alla fine dell’emergenza, resteranno aperti anche di giorno per permettere a chi non ha una casa di avere un posto dove stare”.
Per il servizio mensa della Caritas sono attivi due turni da 18 persone l’uno e quindi ci sono 36 persone sul campo in tutto. Per ogni turno ci sono tre volontari della protezione civile che preparano i pasti, perché i cuochi della mensa, che hanno tutti più di 65 anni, sono dovuti restare a casa in base alle disposizioni di sicurezza.
Continua Rinaldi: “Poi ci sono i volontari che distribuiscono gli alimenti nelle parrocchie. Vorrei sottolineare la grande generosità dei reggiani che ci hanno sostenuto. Ci sono ristoranti che hanno svuotato il magazzino e ci hanno dato tutto e aziende della grande distribuzione che ci donano i prodotti. Oltre a questo portiamo pacchi alimentari a casa alle famiglie povere. Considerando una media di trenta pacchi per ogni centro di ascolto, sul territorio della diocesi consegnamo a domicilio, settimanalmente, 1.500 pacchi a circa duemila famiglie. La cosa più bella, me lo lasci dire, è la collaborazione che c’è con tutte le realtà del territorio: Auser, Croce rossa., Comune e Scout. Una presenza veramente ricca di volontari che si sta spendendo sul territorio”.
(foto e video Giuseppe Bucaria)