Via Paradisi, piano bocciato da due architetti

Ruini e Benevelli: โPremesse sbagliate, lโamministrazione rinunci allโesproprioโ
REGGIO EMILIA โ Nuovo affondo contro il progetto del Comune di Reggio Emilia per la riqualificazione urbanistica di alcuni condomini della zona tormentata della stazione. Sullโoperazione da quasi 17 milioni annunciata dallโamministrazione ai residenti dei numeri civici 6, 8 e 10 di via Paradisi, ai quali eโ stato prospettato anche lโesproprio delle loro abitazioni, prendono posizione gli architetti โindipendentiโ Simone Ruini e Rossana Benevelli, sollecitati ad esprimere un parere da โamici e conoscentiโ.
โTutti โ spiegano i professionisti โ abbiamo risposto allo stesso modo. Del progetto architettonico, del disegno, dellโuso dei materiali, sinceramente in questa fase ci interessa poco. Cioโ che riteniamo importante sono le premesse al progetto, che sono cariche di critiche e di domande a cui, speriamo, lโamministrazione stessa vorraโ dare rispostaโ. Innanzitutto, affermano Ruini e Benevelli, โriteniamo inaccettabile come siano stati ignorati gli aspetti piuโ elementari del rispetto e della sensibilitaโ degli individui quando, come in questo caso, si eโ progettato di privare della propria casa una persona, con tutto quel che rappresenta per ciascuno di noi la propria abitazioneโ.
Inoltre โconsideriamo una grave violenza il fatto che i residenti siano venuti a conoscenza attraverso i media di un progetto tanto impattante sulle loro esistenzeโ. E โancora piuโ grave lโaver comunicato la possibilitaโ di apporre il vincolo preordinato di esproprio preliminarmente ad ogni fase interlocutoria, collocando i residenti fin da subito con le spalle al muro, con lโangoscia di sedersi ad un tavolo aprendo il confronto con delegati del comune con una tale spada di Damocle sulla testaโ.
Su questo punto specifico, dicono i tecnici, โeโ il caso che lโamministrazione faccia un passo indietro e si impegni a non utilizzare questo strumentoโ. Nel merito della questione, Ruini e Benevelli commentano: โLa parola โriqualificazioneโ eโ un termine passpartout ormai abusato dalle amministrazioni. Ma questo progetto (โ902โณ Abitare solidale, dal nome del foglio catastale degli edifici, ndr) viene calato dallโalto in una realtaโ considerata scomoda. Manca, e lo si eโ visto proprio da queste prime fasi, della volontaโ di far leva sui punti di forza presenti sul territorioโ.
Ovvero โla partecipazione di chi vive il quartiere, la sensibilitaโ di aprire il confronto con quelle esistenze che intrecciandosi hanno garantito al bozzolo di via Turri-via Paradisi di non diventare un ghetto chiuso ma di continuare a rinnovarsi e a costruire pontiโ. Perplessitaโ vengono poi espresse sul fatto che il ricambio dei residenti storici con i cossiddeti โcity usersโ, apporteraโ effettivamente dei miglioramenti. Lโinvito degli architetti, pertanto, โeโ di capovolgere il progetto e partire proprio dalle esigenze localiโ.
Sarebbe, aggiungono, โun processo complesso, lungo, ma creerebbe dei presupposti agli interventi sicuramente differentiโ. Che forse โcomprenderebbe misure per gestire i servizi idrici ed elettrici tagliati per insoluti, le decine di appartamenti messi allโasta nel corso degli anni o interventi su edifici piuโ svantaggiati per stato manutentivo, debitorio o per collocazione spaziale, o anche interventi su spazi a cantineโ. Ma โpartire per la progettazione da cioโ che emerge dal territorio ed essere disponibili a mettersi in gioco โ concludono Ruini e Benevelli โ potrebbe effettivamente giovare ad un progetto che nasce da basi sbagliateโ.