Indagine Billions, ecco i capi dell’organizzazione
Tra loro c’è Luigi Brugnano, cognato di Ernesto Grande Aracri
REGGIO EMILIA – Erano in dieci – ciascuno a capo di una cosiddetta “cellula” – i capi dell’organizzazione criminale smantellata a Reggio Emilia dall’inchiesta “billions”, composta da 51 persone (49 sodali e due concorrenti esterni) che fornivano in tutta Italia fatture per operazioni inesistenti, agevolando l’evasione fiscale di imprenditori disonesti. I nomi emergono dalle 469 pagine dell’ordinanza di applicazione di misure coercitiva emessa dal Gip del tribunale reggiano, a carico in totale di 201 persone.
In provincia di Reggio Emilia, secondo gli inquirenti, a comandare erano Luigi Brugnano e Giuseppe Gareri soci in affari e considerati tra i capi e gli organizzatori dell’associazione a delinquere. Gareri, 34 anni, nato a Guastalla e residente a Gualtieri, e’ agli arresti domiciliari. E’ un commerciante di auto con un’azienda a Viadana (Mantova) che ha gestito fino al 2015, con cui avrebbe messo in atto una serie di cosiddette “frodi carosello”, basate su acquisti di veicoli nell’Unione Europea e finalizzate ad evadere l’Iva.
Gareri e’ cugino di primo grado di Vincenzo Vasapollo, (anche lui indagato) che nel 1999 fu arrestato assieme alla “primula nera”, Paolo Bellini, e Giulio Bonaccio, accusati del tentato omicidio del pentito Antonio Valerio nel ’99 e della tentata strage col lancio di un ordigno nel bar Pendolino di Reggio nel dicembre 1998.
Luigi Brugnano, 41 anni, nato a Crotone e residente a Cadelbosco Sopra, e’ invece cognato di Ernesto Grande Aracri, fratello del boss Nicolino e si trova ora in carcere, dopo la condanna in primo grado nel processo Aemilia. Gli altri indagati ritenuti occupare posizioni di vertice sono Giuseppe Stirparo, Antonio Sestito, Michele Caccia, Salvatore Mendicino, Pietro Arabi’a, Luca Bonacini, Nicola Lombardo e Giorgio Bellini.
Sebbene il procuratore capo di Reggio Marco Mescolini abbia invitato a non confondere gli affari illeciti dell’organizzazione con quelli dei clan di ‘ndrangheta, il gip in apertura del decreto scrive: “Il presente procedimento riguarda una serie di gruppi criminali composti da soggetti provenienti dalla Calabria e dediti ad organizzare in modo pressoche’ “professionale” attivita’ di frode fiscale (con realizzazione di svariati delitti in materia tributaria) e di frode bancaria oltre a bancarotte fraudolente nell’ambito della provincia di Reggio Emilia”.
L’indagine e’ partita da accertamenti su un’azienda, la “Full Trade srl” la “cui struttura e attivita’ economica – si legge – era inesistente e fittizia tanto da poterla qualificare come una cartiera” (Fonte Dire).