La mostra della Russia a Fotografia europea è stata annullata
Il sindaco Vecchi: “Stante la terribile guerra in atto non sussistono le condizioni per portare a compimento questo lavoro”
REGGIO EMILIA – “Stante la terribile guerra in atto non sussistono le condizioni per portare a compimento questo lavoro e la mostra che era stata messa in cantiere verrà di conseguenza annullata”. Con questa dichiarazione, pubblicata oggi dalla Gazzetta di Reggio, il sindaco Luca Vecchi ha annunciato l’annullamento della mostra “Sentieri nel Ghiaccio” che doveva essere allestita a palazzo da Mosto con la curatela di Dimitri Ozerkov, direttore del Dipartimento di arte contemporanea del Museo Ermitage di San Pietroburgo.
La Russia era infatti l’ospite d’onore della edizione 2022 di Fotografia europea con una selezione di artisti Alexander Gronsky (sua la foto in questo articolo), Anaïs Chabeur, Olya Ivanova, Evgeny Khenkin, Anselm Kiefer, John Pepper e Dimitry Sirotrin i cui progetti sono intimamente legati al tema di Fotografia Europea 2022.
Reggio Sera aveva già fatto notare, nei giorni scorsi, l’inopportunità di ospitare come ospite un paese come la Russia che sta bombardando e attaccando senza motivo l’Ucraina. Ora la decisione del sindaco, di concerto con palazzo Magnani, di annullare la mostra. Una decisione che si accoda alle tante prese in queste ore dal mondo culturale internazionale. La Royal Opera House, per esempio, ha cancellato un tour dal Bolshoi Ballet russo in seguito alla crisi in Ucraina.
Nei giorni scorsi c’è stato l’ultimatum del sindaco di Milano, Beppe Sala, al direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Vladimir Putin: “Prenda una posizione precisa contro l’invasione o la Scala è pronta a interrompere la collaborazione, La Dama di Picche non si terrà o si terrà con un altro maestro”. Infine l’esclusione della Russia dall’ Eurovision Song Contest 2022.
Scrive Palazzo Magnani: “Purtroppo, non sussistono più le premesse e le condizioni per portare a termine il lungo lavoro dei mesi scorsi. L’arte e la cultura dovrebbero sempre costruire ponti e non innalzare muri; tuttavia, non possono ritirarsi in torri d’avorio: c’è un tempo per affermare con fermezza il diritto dei popoli a vivere in pace e un tempo per aprirsi al dialogo e al confronto, senza che violenza e morte siano invitate al tavolo”.