Villa Sesso, l’elettrodotto che deturpa il territorio
La linea elettrificata correrà per sei chilometri su tralicci di 40 metri (alti quanto la chiesa locale). Melioli: “E’ uno scempio, va interrato”
REGGIO EMILIA – Continua a tenere banco il problema dell’elettrodotto che transiterà nella frazione di Sesso. Una struttura che dovrebbe passare da via Salimbene da Parma, fino all’incrocio con via Ugo Bassi, per poi essere interrato nel centro di Sesso. In quel passaggio la linea elettrificata correrà per sei chilometri su tralicci di 40 metri (alti quanto la chiesa di Sesso) che deturperanno il paesaggio e danneggeranno le aziende agricole. Il tracciato passa anche vicino a una villa storica, a un asilo, a una casa di riposo e alla comunità Papa Giovanni XXIII. Il Comitato chiede che sia interrato.
L’agricoltore Lorenzo Melioli, ex consigliere comunale ed presidente di Confagricoltura, ha pubblicato un video per denunciare una situazione che, a suo dire, “danneggerà la frazione dal punto di vista ambientale e paesaggistico”.
Accusa Melioli: “L’amministrazione comunale ha approvato un progetto di immediata eseguibilità relativo ad un elettrodotto aereo che passerà sulle teste dei poveri abitanti di villa Sesso. Gli abitanti non conoscevano il progetto e ne hanno potuto cogliere l’impatto e la violenza solo dopo l’approvazione”. Da quel momento si è formato un comitato autonomo che ha avviato un dialogo con il Comune e ha prodotto e presentato una propria osservazione al Ministero della transizione ecologica.
Continua l’esponente di Fdi: “Nel frattempo il Comune, sollecitato dal consiglio comunale, ha presentato un’osservazione riguardante l’impatto paesaggistico e ambientale dell’opera. Non se n’erano accorti prima della costituzione del comitato? Sono seguiti incontri, mail e richieste di colloquio con il ministero, nella formula calcistica di “fare melina”. Si sono susseguite promesse di intervento, interessamento e colloqui con gli enti responsabili della continuazione del progetto, che, però, non hanno portato a nessun risultato concreto. Il rischio, quindi, era che tutta la questione cadesse in quell’oblio voluto sin dall’inizio dall’amministrazione comunale”.
A tutto questo, questa estate si è aggiunto un nuovo problema. Giustamente, la zona industriale di Mancasale, assetata di corrente, indispensabile a far partire nuovi insediamenti produttivi, ha chiesto all’amministrazione reggiana un’accelerazione della realizzazione del progetto. Sollecito subito appoggiato dal vicesindaco Pratissoli, il quale, a firma congiunta con Unindustria, ha provveduto ad inviare una lettera di sollecito al ministero per velocizzare l’opera.
Continua Melioli: “Allo stesso modo il comitato, venuto a conoscenza casualmente del sollecito, ha chiesto al Comune di presentare congiuntamente una lettera per la revisione dello stesso progetto firmata dall’assessora Carlotta Bonvicini. Il risultato è stato che la stessa amministrazione comunale ha proposto al ministero due cose diverse e solo in parte coniugabili, firmate dal vicesindaco e dall’assessore. Anche l’ultimo incontro tra comitato e sindaco non è stato chiarificatore, anzi ha chiarito ulteriormente che l’amministrazione comunale non è assolutamente consapevole dell’errore commesso, approvando e facendo partire quel progetto di elettrodotto”.
Secondo Melioli la responsabilità del percorso o delle caratteristiche tecniche del progetto dell’elettrodotto, approvato con la formula dell’immediata eseguibilità, non sono da attribuire a Terna bensì all’amministrazione comunale che non ha saputo adeguatamente guidare e governare lo sviluppo del progetto stesso.
Dice Melioli: “La cittadinanza è stata tenuta all’oscuro del progetto con informazioni, dal punto di vista legale, ineccepibili, ma insufficienti e, quindi, non efficaci. Ora la collaborazione con l’amministrazione comunale è una farsa, quasi una presa in giro. Non possono essere paladini delle richieste del comitato, visto sono loro ad aver creato il problema. Non possono presentarsi al fianco dei cittadini come cavalieri senza macchia e senza paura, visto che saranno i responsabili di un disastro ambientale irreparabile”.
Secondo l’ex presidente di Confagricoltura “l’accento va posto sulla responsabilità degli amministratori pubblici che, pur ammettendo l’errore, non prenderanno provvedimenti nei confronti di chi ha disastrosamente gestito il progetto tecnicamente e di chi, politicamente, tramite la commissione consiliare competente, non ha saputo proteggere il proprio territorio e i propri cittadini. Ora diventa indispensabile e urgente dare il giusto rilievo al problema e far capire agli attori che i cittadini non staranno a guardare silenziosi ma saranno ancor più parte attiva in un processo indispensabile di concertazione che porti all’incontro tra le necessità urgenti del comparto produttivo e della tutela del territorio di Sesso”.
Conclude Melioli: “I cittadini di Villa Sesso non vogliono essere dimenticati. La viabilità, le infrastrutture, il verde pubblico di Villa Sesso dovrebbero essere tutelati e valorizzati. Il servizio pubblico integrato e il sicuro scempio che si andrà a realizzare mantenendo il progetto così com’è stato fatto, non sarà di alcun aiuto”.