Come trasformare un sogno in un progetto d’impresa

2 dicembre 2022 | 13:58
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Come trasformare un sogno in un progetto d’impresa

Quattro imprenditrici hanno portato la loro testimonianza in aula al Chierici nell’ambito del progetto regionale “Alta Quota” raccontando luci e ombre del percorso da imprenditrice

REGGIO EMILIA – Cosa vuol dire avviare un’attività in proprio, fare impresa trasformando le proprie idee in progetti professionali? Quali difficoltà bisogna affrontare? Quali motivazioni e competenze sono necessarie per affrontare questo impegnativo percorso professionale? Sono alcune delle domande fatte dalle studentesse di quarta del Liceo Chierici durante l’incontro di orientamento che si è svolto il 30 novembre del progetto regionale “Alta Quota” promosso da CNA Impresa Donna e CNA Education.

Quattro imprenditrici hanno raccontato luci e ombre del loro vissuto alle studentesse di quarta dell’indirizzo moda, focalizzando l’attenzione su cosa significhi fare impresa per una donna; autonomia e indipendenza economica, ma anche libertà di espressione nel mondo del lavoro, possibilità di seguire le proprie passioni facendole diventare un’attività lavorativa da un lato, ostacoli e difficoltà dall’altro, soprattutto per i pregiudizi culturali che ancora oggi faticano ad essere rimossi.

Si è parlato di pari opportunità nel mondo del lavoro, un tema di cui si parla sempre poco in considerazione di quanto sia ancora lontano il raggiungimento di questo obiettivo: la recente introduzione del Certificato di parità di genere nelle aziende più strutturate si spera possa dare uno slancio positivo verso il superamento delle differenze uomo/donna.

Come CNA Impresa Donna siamo impegnate a stimolare le donne giovani alla cultura del fare impresa e l’incontro con le studentesse del Chierici è stato entusiasmante in questo senso – sottolinea Paola Ligabue, presidente regionale di CNA Impresa Donna – queste attività si aggiungono a quelle dedicate a chi l’impresa ce l’ha già: attività formative e seminariali per rafforzare le competenze delle nostre imprenditrici, servizi di consulenza ad hoc per supportarle nell’accesso a bandi e finanziamenti, ma anche attività di sensibilizzazione verso quella cultura digitale e green che fatica a radicare nell’imprenditoria femminile ancora legata ad attività più tradizionali”.

Con le colleghe Beatrice Sgarbi, Giulia Nebiante e Gilda di Monte abbiamo cercato d’incoraggiare le ragazze ad intraprendere un percorso professionale che possa aiutarle a realizzare i loro progetti – conclude Ligabue – nonostante la giovane età e le molte esperienze che faranno, ci piacerebbe che la strada dell’imprenditoria non venisse esclusa a priori, ci vuole tanta preparazione è vero, ma come Associazione siamo a disposizione per supportare tutte le giovani donne che vogliano realizzare una propria idea d’impresa”.