
Il co segretario regionale Lugli: “Stop a un modello di sviluppo che impoverisce la comunità”
REGGIO EMILIA – “Dopo due anni in cui abbiamo assistito a continui rinvii, fuga di dirigenti, mancata formalizzazione dei rogiti e dipendenti senza stipendio, sull’affare Silk-Faw viene messa una pietra tombale”. Lo afferma Stefano Lugli, co segretario del partito di Rifondazione comunista in Emilia-Romagna, augurandosi che, almeno, “questa vicenda sia di insegnamento sulla necessità di abbandonare un modello di sviluppo che punta su grandi investimenti e grandi opere che impoveriscono il territorio e lasciano le briciole alle comunità locali”. Perché, rimarca Lugli, “è questo ciò che sarebbe successo se l’affare Silk-Faw fosse andato avanti”.