Angeli e Demoni, i pc dei servizi in Val d’Enza non furono sequestrati
E’ emerso dal controesame del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Milano, chiamato a deporre dal pm, da parte degli avvocati dell’imputata Annalisa Scalabrini
REGGIO EMILIA – Il 27 giugno del 2019, quando in val d’Enza furono eseguite le misure cautelari connesse all’inchiesta “Angeli e demoni” sul presunto giro illecito di affidi minorili, non furono sequestrati i computer presenti nella sede dei servizi sociali di riferimento (a Barco di Bibbiano), ma solo i telefoni cellullari – di servizio e personali – degli indagati, oltre ai dispositivi informatici presenti nel centro “La Cura” a Bibbiano, gestito dalla onlus “Hansel e Gretel”.
E’ emerso dal controesame del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Milano, chiamato a deporre dal pubblico ministero, da parte degli avvocati dell’imputata Annalisa Scalabrini. Milano ha specificato che, “d’accordo con il pm decidemmo di non sottoporre a sequestro i pc, valutando che questo avrebbe paralizzato l’attività dei servizi sociali, a discapito di molti altri bambini che venivano seguiti”. Per tutta la mattina il militare ha poi fronteggiato un fuoco di fila di domande serrato dei difensori, in ordine soprattutto agli accertamenti svolti in fase di indagine sui casi di due minori dati in affidamento.
Ad esempio sulle visite dal pediatra a cui, secondo i servizi sociali, uno dei bambini allontanati non veniva sottoposto. O sui precedenti di alcuni genitori naturali, che alcuni anni prima avevano riportato una multa per guida in stato di ebbrezza. Infine si è discusso delle chat degli imputati in cui, per l’accusa, gli assistenti sociali imputati avrebbero in un caso deciso l’affido di un minore, prima ancora di aver scritto una relazione per giustificare il provvedimento.
Le difese di Scalabrini e di Federica Anghinolfi hanno inoltre chiesto se Cinzia Magnarelli – assistente sociale che ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi – lo abbia fatto anche in relazione a due capi di imputazione a lei contestati in concorso con i loro assistiti. Nell’udienza di mercoledì prossimo è atteso l’intervento in aula dell’avvocato Giovanni Tarquini, che rappresenta il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti.
Il primo cittadino è accusato di abuso d’ufficio nell’inchiesta Angeli e Demoni per aver assegnato i servizi di psicoterapia per i bambini che avrebbero subito abusi alla “Hansel e Gretel” senza indire una gara pubblica. Lo stesso reato era contestato a Claudio Foti, fondatore del centro di psicoterapia piemontese, che sarebbe risultato quindi favorito nell’aggiudicazione dell’appalto. Tuttavia Foti è stato nei giorni scorsi assolto anche da questa accusa, con formula piena, nel processo d’appello (Fonte Dire).