
Per un 59enne campano si sono aperte le porte del penitenziario dopo che una condanna a due anni e due mesi e 20 giorni è diventata definitiva
CASALGRANDE (Reggio Emilia) – Un 59enne campano è stato portato in carcere ieri pomeriggio, dai carabinieri di Casalgrande, dopo che una condanna a due anni e due mesi e 20 giorni per estorsione in concorso è diventata definitiva. Nel 2016 l’uomo era stato arrestato, perché estorsione continuata in concorso con altre sette persone.
L’attività d’indagine, denominata “Don Matteo”, ebbe origine nel dicembre 2014 a seguito del monitoraggio svolto dall’Arma reggiana nei confronti del fenomeno dell’usura e delle potenziali vittime, anche mediante i contatti con le fondazioni ed associazioni antiracket attive in Emilia Romagna. L’operazione ha visto quali protagonisti, oltre ai carabinieri, la Fondazione Antiracket San Matteo Apostolo di Bologna che si è interfacciata con l’Arma anche tramite l’organizzazione di volontariato Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia.
In questo contesto si è scoperto che un imprenditore reggiano stava subendo pesanti minacce rivolte a lui e ai suoi famigliari. Le vittime venivano “cedute” tra i vari gruppi criminali, sia per “regolarizzare” i rapporti economici che per generare nella stessa vittima una maggior intimidazione esercitata dal gruppo criminale subentrante.
L’imprenditore, in questo modo, era stato costretto a rivolgersi a più sodalizi usurai ed a pagare interessi con tasso tra il 180% ed il 350%, su prestiti di oltre un milione di euro, dei quali circa 200mila documentati dall’inizio dell’indagine.