Case di riposo, aumentano le rette: 123 euro in più al mese
La Regione ha deciso di aumentarle, dall’1 gennaio 2024, di 4,10 euro al giorno. I sindacati: “E’ inaccettabile”
REGGIO EMILIA – La Regione Emilia Romagna “ha deciso, in modo unilaterale, di aumentare dall’1 gennaio 2024, di 4,10 euro al giorno le rette a carico di anziani e disabili, ed evidentemente le rispettive famiglie, per tutti coloro che sono ricoverati nelle strutture residenziali, le nostre Case protette per le persone non autosufficienti”.
Lo rendono noto i sindacati che la giudicano una “decisione inaccettabile, non condivisa dalle organizzazioni sindacali, che nel confronto con la Regione hanno affermato che l’aumento delle rette a carico dell’utenza era possibile solo se legato alle nuove regole che si stanno discutendo con la regione stessa sull’accreditamento socio sanitario”.
La presa di posizione è di Cgil, Cisl e Uil e delle rispettive sigle pensionati. Per i sindacati un possibile aumento “avrebbe dovuto essere contenuto e quindi ben al di sotto di quello che la regione ha deliberato, perché le condizioni sociali delle famiglie in questi anni di crisi economica, prezzi energetici alle stelle, inflazione a due cifre, pensioni e stipendi bloccati, sono peggiorate”.
Era “davvero necessario – si chiedono i confederali – procedere in questo modo e dare un colpo alle tasche delle persone ricoverate o delle loro famiglie con un aumento che per gli anziani costa 123 euro al mese senza nessuna garanzia di migliorare la qualità dei servizi? Noi pensiamo assolutamente di no e la regione Emilia Romagna se ne assumerà tutta la responsabilità”.
Cgil-Cisl-Uil avevano proposto di valutare l’introduzione dell’Isee “al fine di graduare un possibile aumento in base alle condizioni economiche degli ospiti ricoverati e delle loro famiglie e delle loro famiglie nel caso compartecipi. Anche questo non è stato preso in considerazione, ma pensiamo che sia necessario riproporre il tema per creare maggiore equità ed evitare fenomeni crescenti di morosità: gli enti locali non ha nulla da dire sull’aumento delle rette?”.
Insomma si tratta di una “decisione grave, che mette in discussione il corretto svolgimento del confronto con le organizzazioni sindacali che non si sono mai sottratte ad un confronto di merito al fine di migliorare la qualità dei servizi e salvaguardare la condizione delle famiglie compreso la necessità di aumentare la risposta complessiva ai bisogni della popolazione anziana e disabile”.
“Sappiamo- concludono poi i sindacati- delle numerose pressioni dei gestori privati che hanno visto aumentare i costi di gestione ma era necessario trovare un punto di equilibrio richiamandoli anche alla loro responsabilità sociale”. Nei prossimi giorni i sindacati valuteranno le “forme e i modi per manifestare ulteriormente il proprio dissenso contro questo atto unilaterale che avrebbe dovuto essere più equilibrato e più equo in una prospettiva di qualificazione del sistema socio sanitario”.