Il custode del palazzo è stato colui che ha chiamato i carabinieri. Gli investigatori stanno svolgendo un sopralluogo nell’attico in cui la donna viveva. Secondo le prime informazioni, la porta d’ingresso era chiusa dall’interno, e si ipotizza l’omicidio come causa della morte.
Fiorenza Rancilio era la presidente della “Fondazione Augusto Rancilio”, un ente culturale senza fini di lucro fondato nel 1983 in memoria del fratello Augusto, un architetto di 26 anni sequestrato e ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1978. La fondazione sostiene la formazione, lo studio e la ricerca.
La famiglia Rancilio è conosciuta per il settore immobiliare, e Fiorenza seguiva le orme familiari. Era coinvolta nella società immobiliare Palladium Italia, che ha circa cinquanta dipendenti ed è attiva nello sviluppo e nella promozione di investimenti immobiliari. La famiglia Rancilio possiede anche Villa Arconati a Bollate, sede della fondazione.
La tragedia di Fiorenza Rancilio non è la prima nella famiglia. Suo fratello Augusto fu vittima di un sequestro di persona nel 1978 e non fu mai ritrovato, secondo il racconto di uno ‘ndranghetista pentito, Saverio Morabito, che indicò che Augusto Rancilio sarebbe stato ucciso durante un tentativo di fuga in Calabria.