Prima della Scala, tensione tra Sala e La Russa
Il presidente del Senato, contestato da Anpi e Cgil, dichiara che “sarebbe felice e orgoglioso se la senatrice Segre fosse presente nel palco d’onore della Scala”
MILANO – Il caso La Russa agita la vigilia della serata inaugurale della stagione alla Scala con “Don Carlo” di Giuseppe Verdi. Non è ancora chiaro dove si siederanno le autorità, in particolare il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Inizialmente previsto nel palco centrale vista la mancanza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la situazione è diventata confusa con dichiarazioni contrastanti e cambiamenti di programma.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha annunciato che quest’anno romperà la tradizione e, se la senatrice Liliana Segre opterà per sedersi in platea anziché nel palco centrale con le altre autorità, lui la accompagnerà in platea. Tuttavia, secondo le ultime indiscrezioni, sembra che alla fine tutti saranno sul palco reale.
La Russa, dopo un comunicato critico da parte dell’Anpi e della rappresentanza Scl Cgil alla Scala (Cgil e Anpi avevano scritto un comunicato in cui, pur non citando La Russa, avevano detto: “Non saluteremo chi non ha mai condannato il fascismo”), ha dichiarato che sarebbe felice se la senatrice Segre fosse nel palco d’onore per ribadire solidarietà e speranza di pace riguardo alle vicende mediorientali. Successivamente, ha cambiato versione affermando che, se la senatrice Segre siederà in platea, si siederà vicino a lei.
Il Teatro alla Scala, nel frattempo, attende di conoscere le decisioni finali di Palazzo Madama e Palazzo Marino per definire l’assegnazione dei posti per la serata inaugurale. Anpi e Slc Cgil, in una nota, ribadiscono l’importanza che il Teatro alla Scala rappresenti un luogo democratico e civile, esprimendo riserve riguardo alle politiche di chi non combatte tali principi.
Se l’ipotesi di La Russa, Sala e la senatrice Segre in platea venisse confermata, nel palco centrale rimarrebbero solo i ministri partecipanti alla serata: il vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la ministra per le Riforme Elisabetta Alberti Casellati, insieme al neo prefetto Claudio Sgaraglia. Sarebbe una situazione senza precedenti.