Diagnosi e cura Correggio, la Cgil: “Ora attendiamo la road map dell’Ausl”

27 gennaio 2024 | 14:48
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Diagnosi e cura Correggio, la Cgil: “Ora attendiamo la road map dell’Ausl”

In arrivo un documento con proposte e tempi per migliorie e servizio

REGGIO EMILIA – Trascorse alcune settimane dall’inizio del confronto tra sindacati ed Ausl in merito ai problemi del Servizio diagnosi e cura di Correggio (Spdc) si continua a lavorare per dare risposte e tempi certi ai problemi dei lavoratori di quel reparto.

“L’esito dell’ultimo incontro di pochi giorni fa ha visto la messa in campo di una serie di proposte ed azioni concrete che l’Ausl si è impegnata ad inserire in un documento, da concordare insieme ai sindacati, con impegni, tempi e step di realizzazione a breve, medio e lungo termine” per “affrontare e dare risoluzione alle varie problematiche portate al tavolo dai rappresentanti dei lavoratori”, fa sapere con una nota la Fp-Cgil di Reggio Emilia.

In particolare, le questioni in ballo riguardano l’aumento della sicurezza di lavoratori ed utenti nella stuttura, un incremento della formazione specifica e il possibile ritorno del servizio nella città di Reggio, in locali adeguati alla tipologia del servizio.

“Il rientro in città non può, da solo, rappresentare la soluzione al problema delle aggressioni subite dal personale, certamente però la centralità del servizio potrebbe portare un beneficio in termini di eventuali tempistiche di intervento, in particolare durante la sera-notte, da parte delle Forze dell’ordine per via della maggior vicinanza e presenza”, dice la Fp-Cgil. Uno spostamento del servizio in città poi, data la vicinanza al Santa Maria Nuova, “garantirebbe certamente consulenze specialistiche più veloci ed efficaci per i pazienti e potrebbe contribuire a rendere il servizio più attrattivo per il personale”, continua la nota del sindacato.

Ad ogni modo, per la Fp-Cgil lo spostamento del servizio deve “coniugarsi ad una progettazione degli spazi interni ed esterni adeguata alle esigenze particolari del servizio. E per una progettazione di qualità è fondamentale ascoltare le istanze dei lavoratori che nel servizio lavorano quotidianamente”.

Ora la sigla della Cgil continuerà “a lavorare per arrivare ad una rapida conclusione del confronto che riteniamo debba avere come primo obbiettivo la riduzione del rischio di aggressioni al personale, consapevoli che occorra fornire ai lavoratori maggiori risposte, sia attraverso adeguati e continui percorsi di formazione, sia attraverso il collegamento e la collaborazione con l’Ospedale Santa Maria Nuova e i servizi territoriali, sia con l’aggiornamento o la creazione di procedure interne chiare ed esaustive. E’ necessaria anche una maggiore valorizzazione dell’impegno lavorativo ragionando a questo fine di un’equiparazione in termini di indennità a quelle del personale dell’emergenza-urgenza considerando che si garantisce un servizio analogo, anche se limitato alla sfera della salute mentale”.